L’infanzia negata e violentata dalle guerre

Dall’ultimo briefing al Palazzo di Ginevra arriva un’accorata richiesta dal fondo per l’infanzia delle Nazioni Unite a proteggere le bambine e i bambini israeliani e palestinesi

«L’ondata di violenza legata al conflitto, continua a esigere un tributo orrendo di vite dei bambini e delle loro famiglie, in Israele e Palestina», ricorda l’Unicef; «nulla giustifica l’uccisione, la mutilazione o il rapimento di bambini. Ogni ritardo nel porre fine al conflitto porterà inevitabilmente a conseguenze ancora più devastanti».

Secondo i rapporti stilati dal Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (Unric), centinaia di bambini israeliani e palestinesi sono stati uccisi, e molti altri feriti nelle ultime 72 ore. 

«L’uccisione intenzionale e la mutilazione di bambini rappresentano una grave violazione del diritto internazionale umanitario. Chiediamo a tutte le parti di non prendere di mira i bambini e di adottare tutte le misure necessarie per garantirne la tutela durante le ostilità. Ci sono – si legge ancora – notizie di rapimenti di bambini israeliani, ora nella Striscia di Gaza. Il rapimento di bambini da parte di qualsiasi parte in conflitto costituisce una grave violazione e la presa di ostaggi è vietata dal diritto internazionale umanitario in qualsiasi circostanza».

L’unicef chiede dunque «il rilascio immediato e sicuro di tutti gli ostaggi». Secondo l’Unrwa (l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente), da ieri «ci sono più di 187.000 nuovi sfollati a Gaza, molti dei quali hanno trovato rifugio nelle scuole dell’agenzia, e molti di loro sono bambini. Alcune delle strutture che ospitano le famiglie sfollate a Gaza, comprese le scuole, hanno subito danni. Centinaia di migliaia di bambini sono colpiti dall’escalation delle ostilità a Gaza e hanno un disperato bisogno di assistenza umanitaria e protezione».

1,1 milioni di bambini, già prima delle nuove violenze, avevano bisogno di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania – rappresentando circa la metà della popolazione infantile.

L’Unicef (il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia) si dice «estremamente allarmato per le misure volte a tagliare l’ingresso di cibo, acqua e carburante a Gaza. Questo aggiungerà un ulteriore strato di sofferenza all’attuale catastrofe che le famiglie devono affrontare. Privare i bambini dell’accesso al cibo e ai servizi essenziali – afferma il fondo – ne mette a rischio le vite, così come gli attacchi alle aree e alle infrastrutture civili – compresi centri sanitari, scuole e sistemi idrici e igienici. È imperativo che tutte le parti si astengano da ulteriori violenze e attacchi alle infrastrutture civili, tra cui scuole, centri sanitari e rifugi».

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Foto di gloucester2gaza