Avventisti: «I tuoi occhi videro il mio corpo. Dal potere sui corpi alla libertà dei moderni»
Si tiene a Firenze dal 25 al 27 agosto la seconda edizione del “Villa Aurora Meeting”, un evento aperto a tutti
Da venerdì 25 a domenica 27 agosto si tiene all’Istituto avventista di via del Pergolino 12 (Firenze) il Villa Aurora Meeting: ne parliamo con il pastore Davide Romano, direttore dell’Istituto:
– Da quali considerazioni è nata l’idea del meeting, e quali sono state le tematiche prescelte?
«Il Villa Aurora Meeting, che quest’anno inaugura la sua seconda edizione, è nato dal desiderio della comunità universitaria avventista di misurarsi criticamente con una serie di temi di grande attualità, cari alla nostra tradizione, nel contesto discorsivo di un incontro aperto a tutti e a tutte. Crediamo infatti che le nostre chiese e le nostre Facoltà di Teologia abbiano sempre più urgenza di aprirsi al dialogo franco e cordiale con altre esperienze e culture, con altri modi di dire “Dio” nel nostro tempo. I temi affrontati nel meeting non avranno soltanto una forte intonazione teologica, ma saranno necessariamente approfonditi interrogando anche altre discipline, quali la sociologia, la filosofia, le scienze mediche, consapevoli che nessun pregiudizio religioso può oggi sottovalutare l’importanza di un approccio “plurisapienziale” alle grandi domande dell’umanità».
– Il tema di quest’anno, «I tuoi occhi videro il mio corpo. Dal potere sui corpi alla libertà dei moderni», è complesso e impegnativo: quali motivazioni nella sua scelta e come è previsto lo svolgimento?
«Nella tradizione cristiana il corpo ha goduto, diciamo così, di alterne fortune. Il filosofo pagano Porfirio denigrava il cristianesimo ritenendolo, per via del dogma dell’incarnazione e della resurrezione dei corpi, una religione di vermi. Ma un certo sospetto sul corpo fu in seguito fatto proprio anche da un cristianesimo di marca ascetica che non di rado riteneva di rinvenire utili ancoraggi biblici. La tradizione avventista, nel solco di una solida, ancorché non univoca, tradizione protestante, ha valorizzato molto il corpo e le sue manifestazioni, sviluppando al contempo una severa disciplina dei costumi e dunque rischiando di vanificare tutto con forme involontarie di tabuizzazione.
Tutte le chiese hanno oggi, in misura diversa, delle difficoltà crescenti a esprimere un orientamento riflessivo e pragmatico sulle questioni (bio)etiche che concernono gli stili di vita, l’orientamento sessuale, la comprensione dei generi, il fine vita, la maternità surrogata, il potenziamento cibernetico e strumentale dei corpi, ecc. Non di rado le chiese invocano il ricorso a scultoree antropologie bibliche poco criticamente documentate.
Per altro verso, in altre parti del mondo, come in Iran, a esempio, la fondamentale libertà dei corpi come espressione della piena libertà e autodeterminazione della persona umana è ancora da conquistare. Il tema è dunque di grande attualità teologica e politica, e suscita quasi sempre reazioni fragorose».
– Leggendo il programma si capisce che il meeting si propone come un evento aperto non solo al mondo evangelico ma anche alla città e alle Istituzioni: è così?
«Sì, in effetti il Villa Aurora Meeting vuole ascoltare molte voci e dialogare con i rappresentanti delle istituzioni politiche e culturali del nostro Paese. Il destino della città terrena – per usare un lessico agostiniano – è certamente nelle mani di Dio; i credenti sono cionondimeno chiamati a offrire una testimonianza di vita e di idee. Le minoranze evangeliche, nel nostro Paese, e la chiesa avventista tra queste, hanno, nei momenti migliori, offerto un contributo importante alla maturazione delle coscienze, sollevando talora interrogativi che una maggioranza un po’ intimamente conformista non osava esplicitare».
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