Diaconia valdese, a fianco dei più fragili

Riorganizzazione, uguaglianza di genere, assistenza alle parti più fragili della nostra società, le sfide del braccio sociale della Chiesa valdese

Riorganizzazione, uguaglianza di genere, assistenza alle parti più fragili della nostra società.

In estrema sintesi sono questi i punti rilevanti emersi dal dibattito del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste in corso a Torre Pellice (To) in relazione alla Diaconia valdese, l’importante braccio sociale delle chiese. Con quasi 600 dipendenti la Diaconia valdese è diventato nel tempo un importante datore di lavoro.

Il presidente della Csd Commissione sinodale per la diaconia, pastore Francesco Sciotto, nel ricordare il grande lavoro a fianco di migranti, anziani, giovani, fragili che una piccola diaconia di una piccola chiesa riesce a svolgere. Le difficoltà sono molte e sono legate soprattutto al generale e significativo aumento dei costi di gestione. All’interno di un bilancio di circa 35 milioni di Euro il pastore Sciotto ha voluto estrapolare una cifra estremamente significativa, 247 mila euro che sono i soldi che nel 2022 sono stati corrisposti come sostegno alle attività di housing dagli stessi beneficiari dei progetti, cioè le persone che vivono nei nei vari progetti e che piano piano iniziano a contribuire dopo aver compiuto un percorso di autonomia. Una cifra importante fatta di tante piccole briciole, segnale di importante riconoscimento di quanto ricevuto.

Sono state presentate alle deputate e ai deputati sinodali alcune fra le principali idee di razionalizzazione e messa in rete delle differenti realtà presenti sul territorio nazionale, ed è stata a più riprese sottolineato quanto sia sempre più necessario correre insieme piuttosto che da soli. Ragionare cioè di portare sotto l’ombrello della Diaconia le opere che oggi ancora ne risultano autonome.

In una società che invecchia a grande ritmo importante risulta l’approvazione di una legge delega, la 33/2023, di riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Il Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza, che raggruppa 59 organizzazioni della società civile coinvolte nell’assistenza e nella tutela degli anziani non autosufficienti nel nostro Paese, fra cui la Diaconia valdese, è risultato decisivo nella stesura della nuova norma, che ora attende i decreti che la renderanno operativa.

Si è poi parlato dell’importante certificazione ottenuta nel corso dell’anno dalla Diaconia valdese: la UNI/PdR 125:2022, lo standard nazionale dedicato alla parità di genere in conformità alle indicazioni dell’Unione Europea. É un risultato non scontato, particolarmente importante per un ente della Chiesa valdese, da decenni molto attenta a questo tema.

Infine è stato approvato dal Sinodo un documento prodotto da Diaconia e Tavola valdese, che riproduciamo interamente qui sotto e che insiste sulla necessità della politica di farsi carico di una sanità realmente inclusiva, accessibile, pronta a rispondere alle necessità della popolazione.

Ecco il testo:

Per una salutare uguaglianza

Gesù di Nazareth guariva dalle malattie e dall’emerginazione religiosa e osciale che le accompagnava, intendendo la guarigione come affrancamento dalla miseria e dal peccato umano e come restituzione delle persone a delle relazioni umane buone e sostenibili. Egli interpretava la sua azione terapeutica come segno efficace dell’avvento del Regno di Dio. Così ha fatto e fa la sua chiesa. Gesù guariva altresì senza distinzioni di ceto sociale o di classe economica e, qualora si sia trovato imbrigliato nelle categorie restrittive e discriminanti del suo tempo. È riuscito a convertirsi  e a convertire ai criteri dell’amore del prossimo. La fede legge ogni vittoria sulla malattia, ogni persona restituita alle relazioni e all’impegno in mezzo alle altre e agli altri, così come ogni cura e accompagnamento di quelle esistenze segnate dalla malattia, quale parabola in atto dell’amore di Dio in Cristo e della promessa della sua vittoria definitiva. Per tale ragione, l’impegno per una società aperta alla salute, nelle sue varie forme, è parte della responsabilità politica della comunità cristiana;

se la salute, come recita la definizione dell’Oms è «uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale» e non semplicemente «assenza di malattie o infermità» appare chiaro quanto le diseguaglianze socio-economiche siano determinanti: non solo l’accesso alle cure, la gratuità degli interventi, ma anche l’alimentazione, lo stile di vita, la sicurezza sul lavoro, l’educazione, la salubrità dei luoghi di vita concorrano a determinare le condizioni di salute dei cittadini e delle cittadine;

di fronte ad una società sempre più diseguale, e quind iiniqu, si rileva un abbassamento della copertura offerta dai servizi sanitari, in particolare per le persone socialmente ed economicamente più deboli;

il Sinodo invita le chiese

  • A sensibilizzare i propri membri sul significato morale e sulla priorità civile costituita dal sistema sanitario pubblico, come espressione di democrazia concreta nelal vita del paese
  • A promuovere una cultura diffusa e accessibile della prevenzione rispetto a quella della riparazione
  • A contribuire ad un’equilibrata riflessione teologica, antropologica e sociologica che limiti l’idolatria della salute intesa come desiderio di prolungamento illimitato della vita, rifiuto dell’invecchiamento e repulsione per le diversità

 E auspica che le autorità e gli organismi responsabili si facciano parte diligente per:

  • Un servizio sanitario nazionale adeguatamente finanziato (è programmato un calo di valore in proporzione al Pil del 6,8% nel 2023, per scendere a 6,4% nel 2024 e 6,2% nel 2025/2026
  • Un servizio sanitario nazionale strutturato sui territori per l’assistenza primaria indispensabile non solo in situazioni ordinarie (vedi Covid-19)
  • Un nuovo equilibrio istituzionale fra Stato e Regione che riduca, anziché aumentare, le differenze territoriali di accesso alle cure, mentre le ipotesi in discussione (autonomia differenziata) sembrano andare in direzione opposta
  • La ridefinizione del rapporto pubblico-privato salvaguardando la centralità della governance pubblica, con attenzione all’efficacia e all’efficienza e contenendo meccanismi che favoriscono speculazioni private
  • L’attenzione al contenimento degli sprechi: iperprescrizione di farmaci, ripetizione di accertamenti, appesantimenti burocratici e simili.

La missione affidata a Gesù alle sue discepole e ai suoi discepoli, «Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire i malati» (Luca 9,2) si accompagna alla riflessione e all’azione in vista di una società meno malata. Anche in tal modo, la comunità cristiana racconta, mediante una parabola politica, il Regno di Dio.