
Non nascondersi dietro le parole
Un giorno una parola – commento a Matteo 5, 37
Nella moltitudine delle parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è prudente
Proverbi 10, 19
Il vostro parlare sia: “Sì, sì; no, no”; poiché il di più viene dal maligno
Matteo 5, 37
Magari nel quadro odierno della politica nazionale e internazionale il sì fosse davvero un sì e il no un no. Ci saremmo risparmiati le scene a cui abbiamo assistito in questi giorni e la vita sarebbe molto più dignitosa, la vita di tutte e tutti. Il versetto di Matteo non parla solo di onestà, ma soprattutto delle nostre relazioni.
Ai tempi di Gesù si spettegolava tanto quando c’erano opinioni diverse, e a un certo punto non si sapeva più a chi credere. Alcune persone gridavano più forte delle altre. Allora, per dire che si stava dicendo la verità e nient’altro che la verità, si faceva un giuramento e si chiamava Dio come testimone. Se qualcuno avesse mentito, Dio lo avrebbe potuto punire. Per evitare questo, non si giurava più su Dio, ma sul cielo o su Gerusalemme.
Come ci si può nascondere dietro una maschera, ci si può nascondere anche dietro le proprie parole, anche nella vita quotidiana. Tutto ciò che diciamo ha a che fare con ciò che siamo o non siamo. A volte aggiungiamo una piccola bugia, perché l’immagine che abbiamo di noi, ogni tanto, vogliamo che appaia sotto un’altra luce…
Se le persone sono oneste le une con le altre, allora è possibile instaurare una relazione, un legame. Ma se ci nascondiamo dietro una maschera, se parliamo in modo disonesto, in realtà rimaniamo nascosti all’altro. Gesù dice: «Tuttavia, la vostra parola sì sia sì e il vostro no no”. Le persone hanno bisogno di essere sicure che ciò che si dice sia vero. Le parole non devono essere un paravento che impedisce alle altre persone di vedere bene chi siamo, ma devono essere affidabili e sincere. È solo così che può esserci una vera relazione.
Sembra così logico, ma lo mettiamo in pratica? Questa è una sfida che Gesù ci lancia oggi. Amen.