
La presenza di Dio nelle nostre vite
Un giorno una parola – commento a Isaia 40, 13 e Giovanni 3, 8
Chi ha preso le dimensioni dello Spirito del Signore o chi gli è stato consigliere per insegnargli qualcosa?
Isaia 40, 13
Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito
Giovanni 3, 8
Riflettere su questi due versetti significa correre il rischio di dire cose estremamente banali, da un lato già dette e sentite, dall’altra normalmente inascoltate nelle loro conseguenze. Chi di noi non è consapevole, infatti, che non c’eravamo nel momento della Creazione, che non eravamo al Suo fianco per consigliarlo? Allo stesso modo, se sentiamo la presenza del Signore nella nostra vita, se abbiamo il dono della fede, sappiamo anche che questa fede non dipende da noi.
Siamo quindi tutti concordi nella lettura e comprensione di questi passi?
Apparentemente sì, ma nella realtà delle nostre esistenze abbiamo sempre un bisogno estremo di controllo su tutto quello che avviene per sentirci tranquilli, e questo ci dona l’illusione che la nostra stessa vita sia esclusivamente nelle nostre mani. Arriviamo a convincerci di non avere più bisogno dell’ipotesi Dio, come la chiama Bonhoeffer, perché non abbiamo più paura dei temporali e sappiamo come la natura si sviluppa, e questo poco a poco ci ha reso talmente arroganti da sentirci noi dio, noi i dominatori del mondo e delle nostre esistenze. A giudicare dai numeri nelle nostre chiese, sembrerebbe che molti abbiano vissuto questo passaggio.
Ma Gesù, parlando con Nicodemo, ci rende consapevoli della Sua realtà: una presenza non controllabile, non definita, che ci ridimensiona e ci ricongiunge con la nostra realtà più vera e profonda. Ci ricorda che, se è vero che noi siamo in grado di costruire una esistenza più facile grazie alle scienze e alla tecnologia, è altrettanto vero che non possiamo determinare la volontà del Signore. Non possiamo trascinarlo nelle nostre guerre e diatribe, né affermare dove sia, se con noi o con chi non ci piace, con chi riteniamo nostro nemico.
Riflettiamo per un attimo sulla bellissima metafora utilizzata da Gesù: i meteorologi possono ipotizzare quando arriverà il vento e quale direzione e forza prenderà, ma non possono per questo comandare al vento. Se non ci fossero le previsioni, non cambierebbe la realtà, la sostanza della nostra esperienza.
Ed è così anche per la presenza del Signore nelle nostre vite. Egli arriva quando vuole e se vuole, ci accarezza con dolcezza o ci scaraventa con forza obbligandoci a vedere i nostri errori, può farsi sentire come un vento impetuoso, o avere una leggerezza tale che molti di noi non l’odono. Accettiamo dunque il nostro essere semplici creature, amate, sostenute, aiutate, fatte ad immagine del Signore e con le quali Egli ha stabilito un patto. Creature e nulla più. Amen.