
Predicare la fedeltà e la bontà di Dio
Un giorno una parola – commento a Salmo 40, 10
Ho raccontato la tua fedeltà e la tua salvezza; non ho celato la tua benevolenza né la tua verità alla grande assemblea
Salmo 40, 10
Paolo scrive: «Trovammo il coraggio nel nostro Dio, per annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte»
I Tessalonicesi 2, 2
Gentili lettrici, gentili lettori, predicare alle grandi assemblee: probabilmente il sogno più o meno celato di qualsiasi pastore e predicatore, tanto più in un contesto dove la presenza evangelica è così sporadica come nel nostro Paese e le nostre chiese si assottigliano. Eppure, ci sono chiese “evangeliche” pienissime la domenica al culto e non solo, con le macchine parcheggiate fino a qualche centinaio di metri. Come fanno? Non sarebbe il caso di imparare qualcosa?
Sul volgere del millennio e all’inizio del nuovo, ci sembrava che la religione fosse destinata ad un inesorabile declino. Non solo per un allontanamento generale dai contenuti della fede, bensì anche per una critica sistematica alle idee, che, secondo alcuni, sarebbero la fonte di tutti i mali.
Oggi, al contrario, anche il cristianesimo in alcune sue espressioni, sembra tornato sorprendentemente al centro dell’opinione pubblica e delle posture politiche, talvolta con un’enfasi sconcertante.
Si tratta della fede dell’autore del Salmo 40? Non c’è traccia qui né di soddisfazione trionfalistica né di relativismo personale. La preghiera del salmista che si fa esempio e guida per la grande folla dei pellegrini, non impiega alcuna strategia persuasiva, se non la propria esperienza. Racconta la fedeltà, l’affidabilità del suo Dio, che lo ha liberato da afflizioni passate. Parla di un rapporto che si è impresso nei pensieri e nei sentimenti, più prezioso di un precetto liturgico e sul quale si basa l’invocazione attuale, nella paura di fronte a nuove insidie.
È la stessa fiducia dell’apostolo Paolo secondo la sua lettera ai Tessalonicesi, per il quale le difficoltà non sono affatto in contraddizione con l’evangelo. Forse ci può sembrare che la “buona notizia” non possa arrecare disturbo alla quiete di un certo individualismo spirituale o alle affermazioni progressistiche. Molto dipende, tuttavia, da quale Dio adoriamo. Il “nostro” è un Dio che ci dà coraggio in mezzo alle contraddizioni del mondo che egli stesso ha scelto di condividere. Amen.