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Il cielo sopra Palermo

E’ successo di nuovo….nella storia di Palermo tante le alluvioni che hanno costretto questa meravigliosa città a fare i conti con innumerevoli danni e vittime.

Ci sono testimonianze di cinque diverse alluvioni tra il XIX ed il XX secolo. Tra il 20 e il 24 febbraio del 1931 si riversarono sulla città 618 mm di pioggia, di cui 395 in 50 ore di precipitazioni ininterrotte. La conformazione di Palermo, una conca posta alla base di alte montagne, facilitò l’aumento del livello dell’acqua, causando notevoli danni e la morte di 10 persone e numerosi feriti.

15 luglio 2020: data importante per i palermitani! Il giorno della “Santuzza”, venerata dall’intera città perché, secondo la tradizione, l’avrebbe liberata dalla peste. Improvvisa, imprevedibile si abbatte su Palermo una “bomba d’acqua” che ha accolto drammaticamente quanti rientravano in città dalle gite fuori porta data la giornata festiva. 250 macchine travolte nei sottopassaggi dall’acqua e dal fango, negozi e scantinati devastati, ma, solo per un caso fortuito, nessuna vittima, nonostante le prime notizie dessero per disperse alcune persone che avrebbero potuto trovarsi intrappolate nell’abitacolo delle proprie automobili.

Ogni volta che accade inizia lo “scarica barile” di responsabilità tra le varie Istituzioni: Amministrazione Comunale, Regione Siciliana, Protezione Civile, allerta meteo rossa, allerta meteo gialla…..

Vediamo di ragionare liberando la mente da radicati pregiudizi, senza cavalcare i sentimenti di rabbia, pur sempre comprensibili.

Il servizio meteo non è stato in grado di prevedere l’arrivo di un nubifragio così violento e devastante:le previsioni non sono una scienza esatta! Sarebbe facile se con i satelliti si potesse seguire una perturbazione e prevederne gli effetti con precisione matematica. Purtroppo sono tantissime le variabili che determinano il formarsi delle cosiddette “bombe d’acqua”, che hanno la particolarità di localizzarsi su una porzione non molto estesa del territorio (mentre ci trovavamo ad Altavilla Milicia, dove sono cadute poche gocce d’acqua, a San Nicola L’Arena , borgo marinaro a poca distanza, si è verificato un nubifragio). Le nuvole del 15 luglio non venivano da nessuna parte ma si sono formate in loco, per effetto di una serie di fattori concomitanti.

I cambiamenti climatici, sono purtroppo una realtà impossibile da negare: l’intensità e la frequenza di certi fenomeni sono aumentate ed ogni volta producono danni incalcolabili. L’alluvione del 15 luglio è stata particolare, senza ombra di dubbio, ma certamente il “mal comune” non è assolutamente un “mezzo gaudio”. 

Allora, di chi è la responsabilità di quanto accaduto? La Protezione Civile si basa sulle previsioni del Servizio metereologico dell’Aeronautica Militare, che certamente non è un Ente privo di competenza ed attendibilità.

E’ chiaro quindi che l’attenzione va spostata dalle previsioni alla prevenzione e qui bisogna stare molto attenti. L’imprevedibilità dei fenomeni metereologici non può e non deve giustificare quanto accaduto. E’ anche vero che la pulizia dei tombini e la manutenzione costante delle strade, con la quantità di acqua caduta lo scorso mercoledì, ben poco avrebbero potuto! Il vero problema è il dissesto idrogeologico del territorio. Tanti i progetti a disposizione del Comune di Palermo come dell’intera Regione. Il territorio siciliano è caratterizzato da numerosi torrenti interrotti, fiumi cementificati (Oreto), deviati ed interrati (Kemonia e Papireto), disboscamenti selvaggi, abbandono dei centri montani con conseguente trasferimento lungo le coste, con abusi edilizi di ogni genere: proprio Martedì 7 luglio, infatti, in commissione Ambiente dell’Assemblea regionale siciliana, è stato votato un allargamento delle maglie per il condono edilizio del 2003.

Rimediare al dissesto idrogeologico non porta voti perché bisognerebbe intraprendere una severa lotta all’abusivismo: meno licenze edilizie concesse, meno voti. 

Il 54% dell’intero territorio comunale è cementificato e l’acqua scorre senza possibilità di essere assorbita dal terreno, acquistando via via velocità e forza, spazzando e travolgendo ogni cosa al suo impetuoso passaggio. 

Per concludere, la responsabilità di quanto accaduto il 15 luglio scorso, si deve ricondurre a situazioni non risolte da sempre, rinviate negli anni per indolenza delle amministrazioni che si sono succedute (passata la piena tutto cade nel dimenticatoio).

Occorre una reale presa di coscienza da parte di tutti noi oltre che delle Amministrazioni pubbliche: è facile scaricare le colpe su chi ci governa senza ammettere che spesso, noi cittadini siamo assolutamente irrispettosi verso l’ambiente ed insensibili ai numerosi appelli che provengono da più parti circa l’improrogabile necessità di salvaguardare il pianeta Terra, di cui siamo solo ospiti!