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Quelle chiese così fragili

Manca ancora un movente chiaro alla base del grave incendio occorso sabato 18 alla cattedrale gotica di Nantes, nel dipartimento francese della Loire Atlantique. In effetti sono stati trovati tre diversi “inneschi” all’interno, che indicano l’intenzionalità dell’azione. I danni alla struttura della chiesa sono contenuti, ma è irrimediabile la perdita dell’organo risalente al XVII secolo. È stato interrogato a lungo e poi rilasciato – riferiscono i giornali francesi – un volontario che curava la chiusura della cattedrale venerdì sera. Un commento del quotidiano cattolico «La Croix» di ieri, portava un titolo significativo: «Attention, fragile». Tale è la condizione della quasi totalità dei monumenti d’epoca, in particolare chiese, basiliche e cattedrali, carichi di secoli, esposti a vandalismi, attacchi terroristici o eventi accidentali che per problemi strutturali (materiali impiegati, costruzione, difficoltà di sorveglianza) rischiano di avere conseguenze gravissime, come è stato per la guglia di Notre-Dame a Parigi nell’aprile dell’anno scorso. Proprio questa in seguito a questa successione di incendi nel giro di poco più di un anno, abbiamo chiesto a Marco Fratini, responsabile della Biblioteca della Fondazione Centro culturale valdese (Torre Pellice) e storico dell’arte, di chiarire che cosa sono le cattedrali gotiche.

Nel 1550 Giorgio Vasari, per celebrare i pittori, gli scultori e gli architetti che avevano condotto al culmine la civiltà italiana (fiorentina in particolare), introdusse un riferimento dispregiativo alla “maniera” «dei Goti» (da cui «gotico»), ricollegandola in senso ideologico a una delle popolazioni germaniche responsabili della caduta dell’Impero romano (analogamente, alla fine del Settecento, il termine “vandalismo” fu usato per descrivere il comportamento distruttivo della folla parigina durante la Rivoluzione). Il ricordo del sacco di Roma dell’anno 410, seguìto da quello del 1527, serviva infatti allo scrittore toscano per apporre un’etichetta di segno negativo alle proposte stilistiche dell’arte elaborata a Nord delle Alpi già nei secoli precedenti, creando una contrapposizione che sarebbe durata ancora per secoli nella creazione delle identità nazionali, anche sotto il profilo artistico.

Seppure il termine non sia mai stato utilizzato da coloro che dalla metà del XII secolo costruirono nello stile poi definito “gotico”, è pur vero che già un secolo più tardi, in area francese e tedesca, si designava opus francigenum (“francese”) il tipo di costruzione, con relativo apparato scultoreo e pittorico, concepito dagli artefici originari di quelle terre. La circolazione europea delle soluzioni architettoniche e figurative che oggi definiamo gotiche fu in realtà assai più multiforme e ramificata (dall’Île-de-France alla Toscana, ai territori dell’Impero germanico), tuttavia le cattedrali innalzate a Saint-Denis, Noyon, Laon, Chartres, Reims, Amiens, e così via fino ai cantieri avviati nel XV secolo come a Nantes, sono diventate il simbolo di una fase storica dell’Europa centro-settentrionale e insulare contraddistinta anche da un forte impulso all’innovazione in campo architettonico e artistico.

Foto di Fil22plm: la cattedrale di Nantes dopo il restauro nel 2011