Dio ricorda le sue compassioni e la sua bontà

Un giorno una parola – commento a Salmo 25, 6

Ricordati, Signore, delle tue compassioni e della tua bontà, perché sono eterne

Salmo 25, 6

Quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo

Tito 3, 4-5

Care lettrici, cari lettori, una delle qualità che fanno sì che Dio sia Dio, e che ci può apparire strana, è il fatto che Dio ricordi e si ricordi. Vabbè, una delle sue caratteristiche “somme” che noi umani gli attribuiamo, ma, di fatto, che rilevanza ha per noi?

Per la Bibbia molta, in quanto ci viene data non un’informazione sterile su come è Dio ma su come Dio si comporta con noi. Quello che ci interessa non è che Dio ricorda ma che cosa ricorda e si ricorda: le sue compassioni e la sua bontà. Due oggetti del ricordare che poco o niente hanno a che fare con l’attività mnemonica come la intendiamo.

Le compassioni sono quelle di chi sa naturalmente sentire con un’altra persona, vengono dallo stare insieme, come ci indica anche l’etimologia della parola ebraica che deriva dall’“utero” materno. E la bontà non è certamente solo una qualità etica ma esprime tutto quello che noi esseri umani possiamo sperimentare nella relazione con chi ci ha creato.

Dio si ricorda, semplicemente, di quello che è, come un genitore che sa dove sta il figlio e la figlia, al di là di tutti i loro giri e giravolte. Amen.