Come vivere in modo giusto su questa terra

Un giorno una parola – commento a Lamentazioni 1, 18

Il Signore è giusto, poiché io mi sono ribellata alla sua parola

Lamentazioni 1, 18

 

Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si avvicinò al primo e gli disse: «Figliolo, va’ a lavorare nella vigna oggi». Ed egli rispose: «Vado, signore»; ma non vi andò. Il padre si avvicinò al secondo e gli disse la stessa cosa. Egli rispose: «Non ne ho voglia»; ma poi, pentitosi, vi andò

Matteo 21, 28-30

 

Care lettrici, cari lettori, associare la giustizia di Dio a un nostro fallimento, personale o collettivo come quello della capitale di Giuda annientata dai Babilonesi nel 587 a.C. può certamente essere problematico. Cosa ho sbagliato, dove abbiamo fallito, chi è nel torto, da che parte sta il male? Cercando le colpe, soprattutto le altrui, finiamo per dividerci e, come vediamo, purtroppo, per azzuffarci e scomunicarci. Ma finiamo anche nel vicolo cieco della depressione.

 

È sempre la vecchia storia, gira e rigira, perché noi umani siamo, per usare la nota immagine di Lutero, girati dalla parte sbagliata, cioè “incurvati” su noi stessi. Come si vive, e convive, allora, in modo “giusto” su questa terra?

 

Lungi da noi le facili risposte, per i credenti, si tratta innanzitutto di ascoltare. Una parola che non è nostra, ma “sua”. E se qualcuno parla, se è Dio che ci parla, non occorre altro se non metterci in ascolto. Non è detto che ci piaccia farlo, spesso neppure ascoltare è cosa facile e tantomeno eccitante. Ma è giusto farlo, e, comunque sia, il Giusto sta sempre là a dirci qualcosa di fondamentale su chi siamo noi e chi è Lui. Amen.