
Rimini Il culto: mille e una forma
Nella chiesa valdese romagnola, un gruppo di giovani organizza i culti con un bel lavoro di squadra
Costituito nell’ottobre 2024, Culti-forme è un gruppo di preparazione culti attivo presso la chiesa valdese di Rimini. A comporlo sono sei giovani che si sono avvicinati alla chiesa negli ultimi anni; si riuniscono a cadenza mensile sotto la supervisione del pastore Alessandro Esposito e della predicatrice locale Adelfia Sessa. Dana Ng è una neomamma; durante l’estate gestisce con il marito Carlo una piccola attività alberghiera sul litorale riminese. Quattro anni fa si è avvicinata alla chiesa valdese e partecipa con assiduità alle attività del gruppo Culti-forme. A lei abbiamo rivolto alcune domande.
– Come è nato il progetto?
«È stata un’idea del pastore Esposito, che ha conciliato l’esigenza di trovare altre persone che si occupassero di preparare e celebrare i culti, con il desiderio di dar seguito a un gruppo di giovani formatosi negli anni precedenti. Il gruppo si riuniva regolarmente per effettuare studi biblici “itineranti” con incontri che si svolgevano nelle varie città in cui abitavano i membri del gruppo (Pesaro, Ravenna, Rimini, Forlì). Dopo due anni, è apparso chiaro che affinché il fecondo confronto fra i ragazzi e le ragazze potesse proseguire, erano necessari cambiamenti. Quindi, apportando alcune modifiche alle modalità di incontro, al ventaglio di attività e con un’integrazione dei componenti, è nato il gruppo Culti-forme».
– Immagino che la scelta del nome “Culti-forme” non sia casuale…
«Il nome, scelto dal pastore Esposito che ci coordina nello svolgimento degli incontri e delle attività del gruppo, potrebbe richiamare l’attività del gruppo relativa alla formazione dei culti, oppure le varie forme che i culti possono assumere, o anche i culti che ci formano durante il nostro percorso di fede… si potrebbero dare tantissime interpretazioni; in fondo a volte basta cambiare la prospettiva da cui si osserva!».
– Come si svolge l’attività del gruppo?
«Si suddivide in due fasi: la preparazione e la celebrazione del culto. La prima inizia con la scelta da parte di uno dei partecipanti, e la relativa comunicazione al resto del gruppo, di un passo biblico sul quale meditare. Trascorso un determinato intervallo di tempo (necessario al raccoglimento intorno all’ascolto individuale del testo), ci riuniamo in un incontro online, durante il quale condividiamo riflessioni, risonanze e opinioni che il testo biblico ha fatto affiorare in ognuno/a di noi. Il momento di studio e di confronto si conclude con l’assegnazione a ciascuno/a di uno o più elementi del culto in preparazione: le varie parti della liturgia, la predicazione, la scelta degli inni e dei brani musicali. Una volta pronti, tutti i contributi vengono assemblati e trascritti in un unico testo. La seconda fase, invece, consiste nella celebrazione del culto. Si svolge la domenica prestabilita e anche in questo caso è prevista un’organizzazione a cui ciascuno è chiamato a dare il proprio contributo. I fattori da considerare sono numerosi: dalla gestione dei locali della chiesa all’attivazione del collegamento della piattaforma online (che permette la partecipazione al culto a coloro che non riescono a presenziare di persona), dall’attribuzione delle letture ai presenti alla distribuzione dei foglietti riportanti la liturgia e degli innari, per citarne solo alcuni».
– Che cosa significa preparare il culto insieme?
«Offre l’opportunità di confrontarsi con gli altri “co-autori”; consente di condividere le proprie idee, riflessioni in totale libertà, arricchendo in questo modo sia la formazione di ciascuno/a, sia il culto curato. Il risultato è un testo elaborato e meditato da svariate angolazioni e i cui contenuti e forme sono ispirati da sensibilità diverse. Inoltre, preparare e celebrare i culti insieme infonde molto coraggio: sapere di poter contare sul sostegno del gruppo e chiedere consigli o chiarimenti a persone più esperte, ci fa sentire più sereni nell’affrontare eventuali imprevisti o difficoltà. Certo, il lavoro di squadra, rispetto a quello individuale, richiede maggiori confronti e feedback e quindi comporta anche tempi dilatati, però il tutto è compensato da un impegno più lieve perché ripartito tra più persone».
– Quali riscontri avete ricevuto dalla comunità?
«La comunità di Rimini è aperta e accogliente; posso dire con gioia che il gruppo Culti-forme ha ricevuto incoraggiamenti e un sostegno morale e pratico che ci spinge a proseguire. È anche un messaggio di speranza per il futuro: è bello pensare che noi giovani potremo continuare a fare esperienza, supportati dalle persone più “navigate” della comunità, e a mettere a disposizione quello che siamo, contribuendo a costruire il percorso di fede che ci accumuna. Il gruppo Culti-forme ha portato tanta ricchezza alla comunità di Rimini così come ai membri del gruppo; quindi, colgo l’occasione per suggerire alle altre comunità di valutare l’ipotesi di replicarla!».