Per una tecnologia partecipativa

Rivoluzione digitale: non lasciare nessuno indietro

 

Di Philip Lee* 

Concludendo l’evento di alto livello del Forum WSIS+20 (Ginevra, 27-31 maggio), il segretario generale dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu) Doreen Bogdan-Martin, ha dichiarato: «Questa settimana il vertice globale AI for Good  ha dimostrato che si è intrapresa la strada verso una società dell’informazione funzionale per tutti, una tecnologia in continua evoluzione».

 

A meno di sei anni dal raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) delle Nazioni Unite, l’evento ha affrontato le realtà digitali presenti e future, contrapponendo l’attuale ecosistema digitale alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic) in occasione del vertice mondiale sulla società dell’informazione a Ginevra (2003) e Tunisi (2005).

 

Sebbene vi sia stato un ampio consenso sul fatto che i quadri esistenti come il Forum Wsis, l’Internet Governance Forum (Igf) e Net-mundial debbano essere sfruttati e sviluppati, molti partecipanti hanno anche sottolineato quanto sia ancora presente un’elevata emarginazione di persone e comunità dai dibattiti politici e in particolar modo proprio in tema di sviluppo tecnologico.

 

L’Associazione Progressive Communications (Apc), partner del Wacc, ha ricordato che: «Per essere significativa, la partecipazione multistakeholder dev’essere costantemente inclusiva a tutti i livelli, dal locale al globale, ed essere responsabile e trasparente nell’intero ecosistema di governance digitale. 

 

La complessità irrisolta delle sfide normative che affliggono il panorama tecnologico, sono molteplici. Queste si manifestano con un allarmante aumento relativo alla violenza di genere, spesso facilitata proprio dalla tecnologia, dalla continua mancanza di accesso e di connettività nel Sud del mondo; per l’aumento del rischio di pregiudizi e discriminazioni legate all’intelligenza artificiale, ai danni derivanti dall’estrazione di dati, nonché nell’interazione diseguale nei sistemi di intelligenza artificiale. l’economia digitale». 

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La dichiarazione della società civile del Global Digital Justice Forum (Gdjf) – di cui il Wacc è membro – afferma: «La revisione del Wsis+20 dovrebbe operare con una grammatica della cooperazione digitale globale inclusiva, orientata allo sviluppo e basata sui diritti umani. Il nostro futuro non può essere tenuto sott’assedio dell’avidità mercantile né della repressione e degli eccessi statali».

 

Ha inoltre invitato i facilitatori e le parti interessate della linea d’azione del Wsis a «identificare e affrontare con coraggio le sfide all’implementazione derivanti dalla concentrazione del potere di mercato e dalle profonde divisioni nei dati e nelle infrastrutture digitali che impediscono alla maggioranza delle persone presenti nel mondo di poter partecipare a pieno titolo al paradigma digitale».

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Le azioni chiave: la messa in discussione delle norme esistenti e il rafforzamento dei meccanismi per rafforzare l’uguaglianza di genere nel settore tecnologico, nonché l’attuazione di azioni progettate per rispondere ai bisogni urgenti identificati.

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IlForum Wsis+20 di quest’anno è stato teatro di intensi colloqui. Molte delle sessioni plenarie erano tavole rotonde con interventi brevi di tre minuti e dunque con poco – o nessun tempo – per le  eventuali domande e le possibili risposte. Mentre tutti erano d’accordo sul fatto che le tecnologie digitali potrebbero essere utilizzate per un bene sociale più ampio, c’era meno consenso su come dovrebbero essere implementate.

 

«Non lasciare nessuno indietro» rimane certamente “il mantra”, ma permangono enormi disparità tra i 5,4 miliardi di persone oggi sono connesse digitalmente, per non parlare dei 2,6 miliardi di persone che vivono ancora senza Internet».

 

L’Itu è seriamente intenzionata ad affrontare il divario digitale. 

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*segretario generale del Wacc