Ernesto Assante. La musica raccontata ai lettori

L’addio sentito e corale al pilastro del giornalismo e della critica musicale. Lo ricordiamo con un’intervista rilasciata al sito Articolo21

 

Ieri è arrivata la notizia della scomparsa del giornalista Ernesto Assante, certamente tra i più importanti critici musicali italiani. Firma storica de la Repubblica e Rockol  «ha scritto alcune tra le più belle pagine della musica internazionale». Nato a Napoli nel 1958, iniziò la sua carriera scrivendo per il Manifesto per poi passare nel 1979 a la Repubblica.

 

Lo ricordiamo grazie all’intervista che Assante rilasciò al direttore di Articolo21 liberi di… Stefano Corradino poche ore dopo la scomparsa dell’artista David Bowie.

 

«Voglio andare a letto tutte le sere dicendo che “se non dovessi più svegliarmi, potrò almeno dire di aver vissuto da vivo”», diceva Bowie ad Assante nel periodo in cui dava vita al suo alter ego più noto: il «Duca bianco».

Sono passati otto anni dalla scomparsa di Bowie (era il 10 gennaio 2016) e otto dall’intervista rilasciata al direttore Corradino, che oggi pubblichiamo per gentile concessione dell’autore.

 

L’intervista.

 

Qual è stato l’aspetto più trasgressivo di David Bowie?

«Rispetto alla musica dei nostri giorni la trasgressione di Bowie è l’innovazione. Negli ultimi vent’anni, purtroppo, la musica sfortunatamente si ripete. C’è una continua rincorsa al passato. Bowie, al contrario è stato sempre innovativo. Una musica sempre diversa nel bene e nel male, ma certamente l’ultimo Bowie non è mai stato uguale al Bowie precedente».

 

Quindi non era musicalmente «etichettabile».

«Assolutamente non catalogabile, per questo pienamente rock. Perché il rock non è un genere e lui l’ha interpretato nel modo migliore, non essendo mai uguale a se stesso. Per questa ragione è l’artista rock per eccellenza».

 

Il suo Bowie preferito?

«“Ziggy Stardust” è un album fondamentale, non c’è un solo brano che non valga la pena d’essere imparato a memoria. E poi “Heroes”… e il passaggio alla musica elettronica. Quasi tutto quello che ha fatto fino agli anni Novanta è stato determinante e ha contribuito a modellare il nostro immaginario».

 

Vale anche per il Bowie attore?

«Era un tutt’uno. Impossibile separare la sua carriera musicale da quella cinematografica. Recitava anche da cantante sul palco. Ha trasformato la verità del rock in maschera».

 

Oggi ( era il 10 gennaio 2016) tv, radio, web e social trasmetteranno di tutto su Bowie. Servirà anche a farlo conoscere e apprezzare a chi non sapeva granché di lui?

«Chi non l’ha conosciuto ha certamente perso un pezzo fondamentale dell’arte dei nostri tempi. Molti, in ogni caso, hanno sempre la possibilità di riscoprirlo e di approfondirlo. Non ha certo bisogno di consacrazioni post mortem: è stato apprezzatissimo in vita. Direi uno dei cinque più grandi del rock che ha saputo dare un contributo inarrivabile alla cultura contemporanea».

 

L’università.

Anche il Dipartimento CoRiS dell’Università La Sapienza di Roma ha ricordato ieri Assante: giornalista, critico musicale, scrittore, firma storica de la Repubblica, «ma anche raffinato intellettuale che ha saputo navigare con grande curiosità e competenza tra i media tradizionali e le innovazioni del web. Abbiamo avuto la fortuna – si legge sul sito – di averlo avuto come docente presso l’allora Facoltà di Scienze della Comunicazione, dove ha insegnato, dal 2003 al 2009, prima Teoria e Tecnica dei nuovi media e, successivamente Analisi dei linguaggi musicali. Attento analista della società dei cambiamenti culturali e delle tendenze nei mercati del media entertainment – ha ricordato l’Ateneo -, Assante ha sempre manifestato una grande sensibilità rispetto alla formazione musicale dei giovani, prestando la sua professionalità, in tutte le occasioni possibili, al  confronto con le platee di studenti. Resterà nella nostra memoria il nostro incontro di pochi giorni fa: sorridente, raffinato e cordiale critico di Sanremo 2024 per lo speciale “Sa(n)remo RadioSapienza”».