Cosa siamo diventati?

Un giorno una parola – commento a Ezechiele 33, 17

Però i figli del tuo popolo dicono: «La via del Signore non è ben regolata»; ma è la via loro che non è ben regolata

Ezechiele 33, 17

 

Che diremo dunque? Vi è forse ingiustizia in Dio? No di certo!

Romani 9, 14

È vero che spesso i casi della vita ci portano a mormorare contro Dio, come Israele nel deserto: «Perché c’è la morte? Perché ci sono le guerre e i terremoti che seminano stragi?». Le domande non sono cambiate, dai tempi del profeta Ezechiele, e non è cambiata neanche la risposta: «Forse la domanda va rovesciata e rivolta agli esseri umani».

 

Il problema, infatti, non è “ciò che siamo”, ma ciò che “siamo diventati”. Noi siamo immagine di Dio: siamo, perciò, qualcosa di “molto buono”, come ebbe a dire Dio stesso dopo aver creato l’uomo e la donna. Quello da cui ci dobbiamo liberare, quindi, non è ciò che ha fatto Dio, ma quello che abbiamo fatto noi, usando male la libertà. Per questo Gesù dice ai suoi discepoli che devono “rinnegare se stessi”. In altre parole: occorre allontanare le tendenze cattive, il peccato, tutte cose che sono come incrostazioni sovrapposte all’originale.

 

Anni fa vennero scoperti nel fondo del mare, due masse informi che avevano una vaga somiglianza con corpi umani, ricoperte, come erano, di incrostazioni marine. Furono riportate a galla e pazientemente ripulite e liberate. Oggi sono i famosi Bronzi di Riace. Noi somigliamo a quelle statue prima del restauro. L’apostolo Paolo chiama quest’immagine deturpata “l’immagine terrestre”, in opposizione all’“immagine celeste” che è la somiglianza con Cristo (I Cor. 15, 48-49). “Rinnegare se stessi” non è dunque un’operazione per la morte, ma per la vita, per la bellezza e per la gioia. “Rinnegare se stessi” vuol dire anche imparare il linguaggio del vero amore. Søren Kierkegaard ci invita a immaginare due giovani che si amano, ma appartengono a due popoli diversi e parlano lingue diverse. Se il loro amore vuole sopravvivere e crescere, è necessario che almeno uno dei due impari la lingua dell’altro.

 

Convertirsi è imparare la lingua di Dio per poter comunicare con Lui, ma è anche imparare la lingua che ci permette di comunicare tra di noi. Non si è capaci di dire dei “sì” all’altro/a, se non si è capaci di dire dei “no” a se stessi. Amen.