Raddoppiano pregiudizi e stereotipi antisemiti

La situazione italiana nella relazione annuale 2024 dell’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Cdec

 

«Ebrei maledetti vi cercheremo casaxcasa per sgozzare voi e i vostri bambini». Questo, il clima ideologico che si respira nell’Italia post 7 ottobre 2023; lo si evince dalla Relazione 2024, oltre che dall’apparato iconografico più ‘radicale’ rispetto al precedente.

La crescita dell’antisemitismo è circa il doppio rispetto all’anno passato (887 casi vs. 454). «Questa crescita non è un fenomeno isolato, ma si lega all’impetuoso aumento di atti contro gli ebrei rilevato a livello globale dopo il 7 ottobre. Le crisi mediorientali riportano periodicamente alla ribalta l’uso pubblico di stereotipi, richiami retorici legati al linguaggio antisemita», “complice” il contesto sociale del Paese.

 

Rispetto all’Europa, l’Italia registra un indice di vecchiaia alquanto elevato. Il 57° Rapporto del Censis definisce il Paese come «affetto da sonnambulismo» (2023); il 58° (2024) lo descrive come in preda a preoccupazioni, stretto in una morsa da più sfaccettature: crisi ambientale, inflazione, flussi migratori, globalizzazione, situazione sanitaria, crisi economiche e finanziarie globali, guerra commerciale…

 

Altra faccia della critica situazione italiana è quella della informazione/disinformazione. «Negli ultimi anni la produzione e il consumo globale di dati e informazioni sono cresciuti enormemente con il risultato di un sovraccarico informativo, una minore capacità di prestare attenzione a quello che si vede o si legge». Il 2023 aveva registrato un abbandono delle fonti tradizionali a vantaggio di quelle digitali. La scelta dei media condiziona l’informazione. Per il 77,7% la politica influisce sull’informazione; per il 72,3% i grandi media falsano l’informazione in forza di interessi economici. Tutto ciò per il 68% rappresenta un pericolo per la democrazia. In più, per il 72,6% diventa molto problematico il distinguere tra notizie vere e false. Tutto ciò per il 67,5% produce confusione, mentre il 56,7% vede negli editori seri e affidabili una garanzia per i cittadini in forza di una informazione veridica».

Una questione centrale è quella che lega i valori all’identità. «La grande diffidenza politica è unita a un disagio sociale, culturale e identitario. I dati del Censis esprimono un’idea di declino causata dalla presenza di diversità nelle nostre società, riducendo la possibilità di un senso comune tra i cittadini. Ci sono meno valori universalmente condivisi». Per i dati del Censis (2024) si rischia una frammentazione sociale che potrebbe risolversi in conflitto: il 37,6% fa la differenza una italianità distintiva; dato, questo, che sale al 53,5% in forza di un basso titolo di studio. Quello degli italiani è un “razzismo silente”. Esso va a emergere dalla percentuale dei sondaggi circa l’essere o meno razzisti. Fatto sta che «i crimini di odio sono più che raddoppiati in 8 anni: erano 555 nel 2015, saliti a 1.393 nel 2022. Quelli di natura razzista o xenofoba, che rappresentano la maggioranza, sono quasi triplicati: dai 369 del 2015 ai 1.105 del 2022 (+199,4%)».

 

L’antisemitismo è in forte crescita espressa in varie modalità. Molteplici le matrici: in particolare, il pensiero complottista; luoghi comuni e pregiudizi nei confronti degli ebrei; confusione “culturale” circa ebraismo e sionismo; un antisemitismo di destra neonazista che va a intrecciarsi con una versione di matrice islamica sottesa da antisionismo e odio verso Israele; un antisemitismo espresso da solidarietà filopalestinese. A tutto ciò va ad accompagnarsi una banalizzazione della Shoah.

Nello scorso anno si è registrato un incremento numerico esponenziale circa atti e discorsi contro gli ebrei. Delle 1.384 segnalazioni, solo 877 sono state valutate come episodi antisemiti: quasi il doppio rispetto al 2023 (454). Crescita, questa, da non considerarsi «un fenomeno isolato, ma si lega all’impetuoso aumento di atti contro gli ebrei rilevato a livello globale dopo il 7 ottobre 2023». Anche l’Italia ha registrato «un clima di accettazione sociale per i pregiudizi e gli stereotipi contro gli ebrei come non si viveva dalla fine della Seconda guerra mondiale».

La complicità di detta situazione vede rappresentanti autorevoli in seno alla Chiesa cattolica. Un rigurgito, questo, di trite accuse ideologiche antiebraiche di altri tempi non ancora metabolizzate, segnalato dall’Assemblea rabbinica italiana; in più, da non dimenticare proteste studentesche e sindacali. La tipologia di tali “attacchi” è data da diffamazione e insulti in termini di invettive e stereotipi antisemiti «applicati alla realtà virtuale o al mondo reale».

 

Nel 2024 si è assistito a un aumento di minacce verso istituzioni ebraiche oltre a casi di discriminazione segnatamente nei confronti di giornalisti considerati “sionisti”, aggressioni fisiche e atti di vandalismo verso simboli della Shoah. Tutto ciò è cifra di «una netta rottura con il passato» espressa in termini di minacce di morte e svastiche tracciate nei pressi di abitazioni di ebrei e non meno di lettere minatorie. Gli 877 episodi registrati nel 2024 possono essere rubricati sotto matrici ideologiche. Cinque, le categorie: «Antigiudaismo cristiano e islamico; neonazismo/neofascismo; odio generico e/o comprendente molteplici sfumature ideologiche; Antisemitismo legato ad Israele; Potere ebraico/Cospirazionismo antisemita».

L’antisemitismo online ha registrato una rilevante evoluzione. «A differenza degli anni precedenti, l’argomento polemico maggiormente impiegato è stato l’antisemitismo legato allo Stato di Israele, nelle sue varie sfumature (dall’estremismo salafita all’odio neonazista e dell’estrema sinistra). Le minacce online – dall’incitamento a portare a termine quanto iniziò Hitler «agli auguri di morte e malattie» – vedono un incremento di 2.8 punti rispetto al 2023 (62 episodi versus 19).

 

Di fronte a tali dati estremamente preoccupanti e da non sottovalutare, vanno ricordate le buone pratiche e le azioni di contrasto all’antisemitismo all’insegna di educazione e consapevolezza. Il 2024 ha visto l’impegno di combattere l’antisemitismo dilagante da parte del governo e dell’Unione Europea. Circa l’Italia, «sono stati attivati numerosi corsi di formazione a diversi livelli scolastici incentrati anche sul contrasto all’antisemitismo». Attiva anche la Fondazione Cdec (Centro di documentazione ebraica contemporanea) con seminari e conferenze in italiano e in inglese. Quanto all’Unione europea, è stata messa in atto una strategia per il contrasto all’antisemitismo e la promozione della vita ebraica. Né è venuto meno un dialogo tra la comunità ebraica e le altre religioni, oltre all’attivismo della società civile che, dopo il 7 ottobre 2023, vide la nascita dell’associazione “Setteottobre” per iniziativa di manager, diplomatici, giornalisti… non ebrei. E, sempre in forza di “quella” data, l’associazione “Studenti per Israele” ha data vita all’iniziativa «Combattiamo la narrazione d’odio nelle università” al fine di “contrastare le derive di odio antisemita che si vedono nelle università italiane».