La testimonianza dei discepoli sostenuta dallo Spirito di Dio

Un giorno una parola – commento a Atti degli apostoli 4, 20

 

Signore, apri tu le mie labbra, e la mia bocca proclamerà la tua lode

Salmo 51, 15

 

Quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiamo viste e udite

Atti degli apostoli 4, 20

Questa è la risposta che Pietro e Giovanni danno ai capi religiosi di Gerusalemme, che hanno loro ordinato di cessare di predicare e guarire nel nome di Gesù. Gli apostoli sono a giudizio per avere guarito un uomo “nel nome di Gesù Cristo il Nazareno”, qualche tempo dopo Pentecoste. Ciò che Pietro e Giovanni hanno potuto operare è l’effetto dell’obbedienza al mandato di Cristo risorto, andare per il mondo a predicare l’Evangelo, e dell’opera guaritrice dello Spirito Santo.

 

Anche di fronte al tribunale religioso, Pietro e Giovanni non perdono l’occasione di raccontare l’opera di Dio per mezzo di Gesù, da poco condannato a morte dagli stessi inquisitori, ma risorto per la salvezza dei credenti. La testimonianza dei discepoli non è quindi frutto della loro mente, ma è suscitata e sostenuta dallo Spirito di Dio. Chi la riceve non può sottrarsi al suo compito. Le Scritture d’Israele narrano l’esperienza di molti uomini chiamati a diventare profeti della Parola. Per quanto il compito fosse difficile e foriero di conseguenze negative per la vita personale del profeta, nessuno potè sottrarsi, pena la punizione di Dio. Il giudizio di Dio pesava anche sui profeti cortigiani, su uomini che si arrogavano il ruolo di interpreti di Dio, senza esserlo, per compiacere al potere terreno. Il tribunale che interroga Pietro e Giovanni, temendo la reazione del popolo, meravigliato e grato a Dio per la guarigione, vorrebbe imporre agli apostoli il silenzio, in cambio della scarcerazione. In ogni tempo i potenti terreni cercano di mettere a tacere ciò che mette in dubbio la loro autorità, perseguitando chi professa altri ideali. 

 

La censura è uno dei sistemi in uso, prima di attuare la repressione violenta del dissidente. Le parole dei discepoli in risposta alla pretesa dei giudici mettono in luce l’importanza che riveste per il credente la comprensione dell’azione di Dio e la testimonianza dei singoli e della chiesa, per cui risulti impossibile non parlare di ciò che Dio ha operato e fatto conoscere al mondo. Amen.