Accogliere la bontà di Dio

Un giorno una parola – commento a Matteo 20, 15-16

 

Chi è costui che giunge da Edom, da Bosra, con le vesti splendide? costui, magnificamente ammantato, che cammina fiero nella grandezza della sua forza? “Sono io, che parlo con giustizia, che sono potente a salvare”.

Isaia 63, 1

 

Non mi è lecito fare del mio ciò che voglio? O vedi tu di mal occhio che io sia buono? Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi.

Matteo 20, 15-16

 

 

 

 

Con una stupenda parabola Gesù ha insegnato che la speranza del credente non è alimentata dall’opera compiuta, ma dal fatto che Dio è buono. La parabola è chiamata “i lavoratori dell’ultima ora” (Matteo 20,1-16). Il lavoro della vendemmia in una vigna di un grande proprietario terriero richiede l’opera di molti lavoratori, i quali vengono assunti in orari diversi: i primi all’alba e gli ultimi al tramonto. Il cuore della parabola è nel modo con cui vengo pagati gli operai: non in base alle ore lavorate. Tutti ricevono il compenso del lavoro di una intera giornata. Tale fatto crea sconcerto e proteste. Ma con questa parabola Gesù afferma che non vi sono fortunati che hanno trovato lavoro, anche se solo per una giornata, e disoccupati che vivono nella povertà.

 

Tutti hanno diritto di ricevere un salario intero. E anche importante il fatto che la parabola esalta il dovere del padrone o i diritti degli operai; lo scopo del racconto è di mettere in risalto l’amore e la generosità di questo padrone. Così Gesù manifesta la generosità di Dio! Ricordate cosa dice il padrone della vigna ai contestatori: vedi tu di mal occhio che io sia buono? (v. 15).

 

Ecco il grande insegnamento: imparare ad accogliere la bontà di Dio abbandonando lo schema primi/ultimi perché, altrimenti, o esalteremo gli uni a scapito di altri o costruiremo delle divisioni tra le persone per creare uomini e donne privilegiati. Il Regno di Dio annuncia il grande amore di Dio per un futuro di vera pace e di vera giustizia. Un futuro nel quale vi sarà una sola legge: quella dell’amore ben superiore e più completa delle leggi umane che cercano di governare il rapporto tra diritti e doveri.

 

Amen.