La gratuità dell’amore di Dio, per mezzo del sacrificio di Cristo

Un giorno una parola – commento a Romani 8, 32
di Franco Mayer

Ascolta la meditazione:

Ascolta “Un giorno una Parola: 30 agosto” su Spreaker.

Signore, Dio, non distruggere il tuo popolo, la tua eredità, che hai redento nella tua grandezza

Deuteronomio 9, 26

Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?

Romani 8, 32

Che Dio non avrebbe risparmiato il proprio Figlio per la nostra salvezza, in una lettura cristiana del profeta Isaia, ci è stato annunciato dalla notte dei tempi: «Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo, io do degli uomini al tuo posto, e dei popoli in cambio della tua vita» (Is. 43, 4). È implicito che gli uomini e le nazioni dati da Dio in cambio della nostra vita, altro non sono che Cristo, che, nuovo Israele, rappresentava un’umanità filialmente sottomessa alla volontà di Dio. 

Il perdono, e con esso la pace con Dio, sono valori inestimabili; non sono virtù reperibili a prezzo di mercato, pur volendo sborsare grandi cifre. La gratuità dell’amore di Dio, per mezzo del sacrificio di Cristo, esprime e mette in risalto la giustizia di un Dio che si fa Padre di tutti e tutte, e che pone tutti e tutte su un piano di paritaria uguaglianza. Il regno dei cieli non è per coloro che non accolgono il bisognoso… il regno dei cieli è per coloro che accolgono e si lasciano accogliere dal Padre, il quale riconosce loro la dignità di figli e figlie di Dio. 

Essere figli e figlie di Dio significa esserne anche eredi, essere eredi di ogni bene materiale, di ogni fortuna! Nel Salmo 23 leggiamo: “il Signore è il mio pastore, nulla mi mancherà”. Avere il Signore significa avere tutto: ecco perché Gesù ci sollecita con le parole: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6, 33) … e tutto questo per grazia, solo per grazia. Amen.