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Condotti sul giusto sentiero

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Egli mi conduce per sentieri di giustizia, per amore del suo nome
Salmo 23, 3

Io sono il buon pastore, e conosco le mie pecore, e le mie pecore conoscono me
Giovanni 10, 14


«Mi conduce per sentieri di giustizia»: bellissima e poetica immagine del Dio-pastore che ci guida alla ricerca della giustizia, a sentieri contrapposti a quelli dell’iniquità, del peccato, della sopraffazione… Ma il significato dell’espressione semitica «sentieri di giustizia» è più terra-terra: si tratta semplicemente del sentiero giusto, del cammino che porta in modo diritto e sicuro alla meta. Il sentiero è letteralmente la «carreggiata» tracciata dalle ruote dei carri. Secondo la parafrasi che Luis Alonso Schökel fa di questo salmo, «il pastore, facendo onore al suo titolo, guida il gregge per il sentiero giusto, che lui conosce perfettamente; evita così che si perda» (L. Alonso Schökel, Trenta salmi: poesia e preghiera, Bologna 1982, p. 116).
Questo è il primo e principale significato dell’affermazione del Salmista, che non esclude di individuare poi significati più «alti». Così mi sembra molto pertinente il commento del teologo Giovanni Miegge: la via seguita dal credente «è quella per la quale Dio lo conduce; ed è la via giusta, la via buona. Egli deve riconoscerlo, guardando al passato, anche se non è stato sempre visibile subito. Le ragioni di tanti avvenimenti passati gli si chiariscono nella religiosa considerazione del poi. La via per la quale Dio lo conduceva era la via buona, perché Egli lo conduceva “per sentieri di giustizia”; si potrebbe anche intendere: la via dei giusti, che “Dio conosce” (Salmo 1,6) e che conduce alla salvezza» (G. Miegge, Salmi scelti, Roma 1963, p. 58). Amen.