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Canto del lavoro e tradizione liturgica in “Banana boat song”

Un canto di lotta e di tenerezza; il canto di chi, alla fine di una notte di lavoro, anela a tornare a casa: un canto che però trae origine da una lunga tradizione della musica sacra: Banana boat song, il brano più conosciuto fra quelli che ha interpretato Harry Belafonte, scomparso martedì 25 aprile , risale a una precisa modalità liturgica, che il maestro Nicola Sfredda, valdese di Verona e docente di Pratica del Repertorio vocale e accompagnamento pianistico al Conservatorio di Mantova, commenta nel suo libro La musica nelle chiese della Riforma (Claudiana, 2010): «Il ritmo era originato dai canti di lavoro, i work songs – scrive –: era il ritmo che accompagnava il movimento fisico del lavoro». Ma, al tempo stesso, «il canto del solista è un richiamo, cui segue in modo antifonale la ripresa del coro».

In questo video realizzato per Riforma online Nicola Sfredda illustra le caratteristiche di una canzone che ha riscosso un grande successo commerciale ma porta anche con sé una duplice, illustre tradizione musicale.