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La più antica Bibbia ebraica all’asta da Sotheby’s

Sotheby’s, la più celebre casa d’aste del mondo, si appresta mettere in vendita all’incanto il Codex Sassoon, la più antica e pressoché completa versione della Torah oggi esistente.

Arrivato in Israele durante lo scorso mese di marzo, questo importantissimo documento è stato esposto per una settimana al Museo del Popolo Ebraico di Tel Aviv e sarà ulteriormente esposto per brevi periodi a Londra, Dallas e Los Angeles, prima di raggiungere la sede di Sotheby’s a New York, dove sarà battuta all’asta il prossimo 16 maggio.

Il Codex Sassoon, la cui autenticità risulta provata dal test del carbonio 14, secondo gli esperti daterebbe tra la fine del IX° e l’inizio del X° secolo dell’era cristiana, sarebbe stato scritto da un singolo redattore e consta di oltre 400 fogli in pergamena, con un peso di quasi 12 kg.

Il Codex è stato interessato da una storia singolare di sparizioni e riapparizioni. Sharon Mintz, specialista di Sotheby’s di testi del giudaismo, afferma che il reperimento dell’originale di un atto di vendita prova che il manoscritto sia passato di proprietà nell’anno 1000 e conservato sino a circa il 1400 nella sinagoga di Markadah, nel nord-est della Siria, dopo di che se ne sono perse le tracce per oltre 500 anni riapparendo pubblicamente solo nel 1929, quando è stato acquistato per 350 sterline da David Solomon Sassoon, uno dei maggiori collezionisti di testi in ebraico antico.

La datazione del Codex Sassoon, che comprende tutti i 24 libri del canone ebraico e risulta privo soltanto di una dozzina di pagine, precederebbe di circa un secolo il Codice di Leningrado, riconosciuta come la più prima Torah completa, mentre il Codice di Aleppo, conservato all’Israel Museum di Gerusalemme, pur essendo più antico del Codex, risulta privo di quasi due quinti delle sue pagine.

Gli specialisti di Sotheby’s stimano che il Codex avrà un prezzo di aggiudicazione tra i 30 e i 50 milioni di dollari poiché, secondo quanto dichiarato da Richard Austin, responsabile del dipartimento manoscritti e libri antichi della casa d’aste, “la Bibbia è un elemento fondante della nostra civiltà ed è difficile trovare un testo che abbia avuto più influenza sulla storia dell’umanità”.

Considerando che i record dei prezzi di aggiudicazione all’asta di documenti storici appartengono ad un manoscritto di Leonardo da Vinci denominato Codice Leicester, acquistato da Bill Gates nel 1994 per 30,8 milioni di dollari e alla stampa più antica della Costituzione degli Stati Uniti, aggiudicata nel 2021 per 43,2 milioni di dollari, esiste la possibilità che qualora il Codex Sassoon venga aggiudicato ad un prezzo che si avvicina al valore più elevato stimato dalla casa d’aste, possa diventare il documento storico più prezioso mai venduto all’incanto.

Come ricorda il sito Moked delle Comunità ebraiche italiane «I primi scritti conosciuti della tradizione ebraica sono i frammenti dei Rotoli del Mar Morto, composti tra il III e la fine del I secolo a.e.v. Nei 700 anni successivi non si hanno notizie di una Bibbia scritta. “Nessuno sa perché – prosegue Sharon Mintz-. Presumibilmente, dovevano esserci dei libri prima. Ma i primi esempi che abbiamo, e certamente i primi codici biblici che abbiamo, risalgono alla fine del IX e all’inizio del X secolo. E sono solo due”. Uno è il Codice Sassoon, l’altro è il più antico Codice di Aleppo, realizzato attorno al 930. Quest’ultimo è però arrivato incompleto ai giorni nostri, mancando quasi del tutto dei cinque libri della Torah (il Pentateuco). Tra i due testi, spiega Mintz, c’è un collegamento. A compilare il Codice di Aleppo, testo masoretico, fu la famiglia di “Aaron ben Moses ben Asher, un importante studioso della Bibbia incaricato di correggere il Codice per adeguarlo alla tradizione che aveva ereditato su come le parole dovevano essere scritte, vocalizzate e accentate”. Il Codice di Aleppo servì in seguito come esemplare per gli scribi per assicurarsi di aver copiato correttamente la Bibbia. “È significativo che il Codice Sassoon contenga note fedeli della Masorah. – l’analisi di Mintz – Una di queste note fa riferimento al “grande maestro, Aaron ben Moses ben Asher” e al suo lavoro su al-taj, l’onorifico tradizionale del Codice di Aleppo, suggerendo che lo scriba masoreta che ha copiato la Masorah del Codice Sassoon potrebbe aver consultato il volume quando risiedeva a Tiberiade o a Gerusalemme nel X o XI secolo».