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«Dove sono le donne?»: imbrattato il Muro della Riforma a Ginevra

Il Muro della Riforma, o dei Riformatori, e la statua del generale Dufour, nella Place Neuve di Ginevra, sono stati imbrattati durante la notte fra domenica 3 e lunedì 4 marzo. Sui due monumenti una sola, la stessa iscrizione: «Dove sono le donne?».

Un gesto rivendicato lunedì mattina per via elettronica. La mail indirizzata alla posta dei lettori del giornale la “Tribune de Genève” è firmata “SemaineLuttesFéministes” (Settimana di lotte femministe). In sostanza, i suoi autori rivendicano una «visibilità reale» per le donne: «Siamo stufe di uomini famosi, stanche di imparare solo la storia di grandi uomini a scuola, all’università, stanche di non essere rappresentate e di essere invisibili sotto la scusa del contesto storico, stufe di monumenti, nomi di strade e glorificazione storica degli uomini», recita il messaggio.

In conclusione, gli attivisti e le attiviste lanciano un appello per manifestare l’8 marzo, Giornata internazionale della donna, ma anche «a occupare spazio» più di una volta l’anno.

In realtà chi voleva protestare non ha scelto al meglio gli obiettivi: perché se è vero che il monumentale Muro dei Riformatori è caratterizzato da un’indubbia e chiara preponderanza maschile (Farel, Calvino, De Bèze, Knox le 4 statue principali, e Guglielmo D’Orange, Gaspard di Coligny, Federico Guglielmo I, Roger Williams, Cromwell,  Istvan Bocksai ai loro lati) le cose stanno cambiando.

Troppo lentamente certo. Nel 2002 sono stati incisi quattro nomi nuovi: quelli di Pietro Valdo, John Wyclif, Jean Hus e finalmente della teologa e storica della Riforma Marie Dentière, femminista ante litteram – con il secondo marito, il pastore Antoine Froment, apre una pensione per giovani donne al fine di offrire loro un’educazione in grado di aiutare la loro emancipazione-. Paga la sua attività con l’obbligo a non firmare i propri scritti che vengono dati alle stampe dunque in maniera anonima, e con una reputazione che la storia ci tramanda di donna di carattere cattivo e prepotente.

Resta comunque l’indubbia enorme sproporzione delle presenze pubbliche, sui libri di scuola, nei nomi delle vie, del panorama maschile. Tendenza che per cambiare merita un’azione ben più radicale e profonda di una scritta su un muro. 

Foto tratta da pagina Facebook de la Tribune de Genève