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Investire maggiormente nella formazione

La discussione sulla Facoltà valdese di teologia (Roma) ha aperto i lavori sinodali di questa mattinata, giovedì 30 agosto.

Il V centenario della Riforma protestante ha senza dubbio caratterizzato l’anno accademico appena trascorso: oltre cento gli appuntamenti culturali che hanno visto protagonisti, in Italia e all’estero, i docenti della Facoltà.

Rimane esiguo il numero degli studenti iscritti ai corsi di Laurea in teologia in vista del pastorato, che però è bilanciato dalla presenza di studenti e docenti stranieri inseriti nel programma europeo Erasmus, da studenti che partecipano all’anno di studi accademici in collaborazione con il Centro Melantone a Roma (centro ecumenico fondato nel 2002 dalla Chiesa evangelica luterana in Italia e dalla Facoltà valdese di teologia), e dagli iscritti al corso di Laurea in Scienze bibliche e teologiche (Lsbt). Tutto questo testimonia l’ampia gamma di offerta formativa che la Facoltà garantisce ben al di là del bacino di utenza delle chiese valdesi e metodiste.   

Ampio apprezzamento è stato espresso per il Master biennale in teologia interculturale – la cui prima edizione si concluderà con un incontro a fine settembre – che si conferma un utile strumento di formazione sulle dinamiche del confronto interculturale, interconfessionale, interdenominazionale ed interreligioso.

Il dibattito, che ha visto numerosi interventi, ha evidenziato l’esigenza di investire maggiormente nella formazione, proprio in un momento di crisi culturale che attraversa anche le chiese. In questa direzione va l’ordine del giorno approvato dal Sinodo che auspica una seconda edizione del Master in teologia interculturale e che invita le chiese locali a rivolgere vocazione ai propri membri di chiesa affinché considerino questo corso un valido strumento nell’ambito della formazione interculturale.