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Evo Morales revoca la legge controversa

Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha annunciato la revoca del Codice penale, introdotto il 15 dicembre scorso, che prevedeva gravi restrizioni alla libertà religiosa.

«Abbiamo deciso di abrogare il codice penale per evitare confusione, così la Destra smetterà di cospirare non avendo argomenti per generare destabilizzazione nel paese, con disinformazione e menzogne», ha annunciato Morales su Twitter. «Ascolteremo le proposte di tutti i settori che osservano il codice. Il Governo nazionale non approverà mai norme contro il popolo boliviano».

Morales ha confermato tale decisione alla televisione di stato, nel 12° anniversario della sua nomina come primo leader indigeno della nazione andina.

«Non voglio continuare a utilizzare il Codice di Banzer», ha detto, riferendosi al sistema messo in atto dall’ex dittatore e presidente, Hugo Banzer. «Chiedo all’assemblea… di promuovere rapidamente un nuovo codice. Sono quasi certo che ci saranno alcuni cambiamenti e modifiche agli articoli».

L’approvazione della nuova legge – che affiancava organizzazioni criminali e religiose e che bandiva la predicazione «di strada» – aveva suscitato grande preoccupazione tra gli evangelici, i quali ritenevano che la formulazione dell’articolo 88, 1 del Codice Penale potesse «limitare gravemente l’organizzazione delle attività di evangelizzazione».

Diverse le organizzazioni cristiane che hanno levato la propria voce contro la legislazione restrittiva. L’Associazione nazionale degli evangelici in Bolivia (Andeb) aveva rilasciato una dichiarazione pubblica, nella quale si affermava che il nuovo Codice penale era «impreciso, ambiguo, scritto male, contraddittorio e il suo potere punitivo può costituire abuso di stato». Più avanti: «Esprimiamo il nostro più risoluto rifiuto all’inclusione delle nostre attività nella lista dei possibili comportamenti contrari alla legge».

Membri della Federazione interamericana degli avvocati cristiani (Fiajc) avevano visitato le ambasciate boliviane in diversi paesi dell’America Latina, diffondendo un avviso pubblico sulle limitazioni alla libertà religiosa poste dal nuovo Codice. «Ci stiamo mobilitando in tutta l’America Latina con i nostri avvocati e continueremo a seguire gli sviluppi in Bolivia e a cercare il dialogo in difesa della libertà religiosa nel Paese», aveva affermato il presidente della Fiajc, Uziel Santana.

Anche la Commissione sulla libertà religiosa dell’Alleanza evangelica Mondiale aveva chiesto di pregare affinché il Governo di Morales facesse un passo indietro sulla legge, mentre l’Alleanza battista mondiale, in una lettera inviata lo scorso 17 gennaio dal segretario generale, pastore Elijah Borwn, chiedeva ai legislatori boliviani di modificare o abrogare la legge.