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La Parola che edifica la comunità

La citazione del titolo di un volume antologico sulla relazione tra la Bibbia e le comunità cristiane torna utile per provare a restituire quanto vissuto durante il tradizionale seminario estivo che Biblia ha anche quest’anno offerto a soci e interessati. Questo tempo esteso e intenso di studio e confronto sui testi biblici fa parte, ormai da diversi anni, delle proposte con cui l’Associazione laica di cultura biblica è impegnata a contrastare l’ormai riconosciuto «analfabetismo religioso» che affligge gran parte degli italiani: analfabetismo che ha motivazioni storiche, sociali ma anche, innegabilmente, ecclesiali.

Tanto più interessante è risultato dunque il seminario da poco concluso per la scelta del luogo e del contesto in cui i partecipanti (una cinquantina di persone di diverse provenienze) sono stati accolti. Il direttivo di Biblia, recentemente rinnovato, con un generoso impegno organizzativo ha per la prima volta proposto come sede del seminario estivo le valli valdesi, nel Piemonte sud-occidentale e nello specifico la cittadina di Torre Pellice, cuore storico e simbolico ma anche vitale centro propulsore per la Chiesa valdese. (…). Interessante, si diceva, nonché significativo ritrovarsi ad approfondire comunitariamente il testo biblico proprio laddove, lungo secoli densi di storia, uomini e donne in semplicità di vita e radicalità di fede hanno continuamente testimoniato la fedeltà alle esigenze evangeliche, pagando «a caro prezzo» tale fedeltà. Visitare i musei, i luoghi di culto e gli insediamenti della val Pellice, entrare nelle minuscole scuole di villaggio dove bambini e bambine venivano istruiti perché fossero in grado di leggere, comprendere e annunciare la Parola, non può non suscitare emozioni e interrogativi profondi, soprattutto riguardo alla portata e alle conseguenze di quell’analfabetismo di cui sopra, nella nostra era digitale.

Da questo suggestivo contesto, il focus sul testo biblico offerto all’approfondimento è certamente stato arricchito e stimolato. Il titolo del seminario, «Le prime comunità siro-palestinesi e il discorso del monte (Mt 5-7) », ne costituiva – come è stato sottolineato in apertura – lo schema di lavoro: le sessioni di studio hanno infatti seguito un andamento concentrico, partendo dalla questione più generale e andando verso un approccio più dettagliato alle pericopi matteane prescelte.

L’introduzione al tema è stata affidata a don Romano Penna, professore emerito di Nuovo Testamento alla Pontificia Università Lateranense di Roma. Il professor Penna ha delineato il quadro della presenza cristiana in area siro-palestinese nel primo secolo, mettendo in rilievo gli aspetti storico-geografici, le caratteristiche sociali e le questioni teologiche ed ecclesiali che sono oggigiorno ricostruibili attraverso testimonianze scritturistiche e archeologiche: ciò che ci permette quindi di conoscere, almeno parzialmente, queste prime comunità. Particolare evidenza è stata data alla comunità giudeo-cristiana di Antiochia di Siria, matrice e destinataria dell’Evangelo secondo Matteo.

Proprio al legame tra questo ambiente e il vangelo di Matteo è stata dedicata l’approfondita analisi di don Gianattilio Bonifacio, neotestamentarista alla Facoltà teologica del Triveneto, che ha successivamente accompagnato i partecipanti nello studio dei capitoli 5-7, alternandosi nell’esegesi con il teologo Fulvio Ferrario, pastore e docente della Facoltà valdese di Roma. Nel corso della settimana, animata da momenti di incontro e scambio tra i partecipanti e con rappresentanti della comunità valdese quali il pastore Giorgio Tourn e la scrittrice Luisa Gay, i tre relatori hanno focalizzato ulteriormente l’analisi testuale sulle due pericopi più significative di questi capitoli: le beatitudini e la preghiera del Padre nostro. Gli interventi di Bonifacio e Ferrario ne hanno efficacemente illuminato alcuni temi cruciali, quali il compimento della giustizia, il binomio povertà/ricchezza, il rapporto tra «dire» e «fare», le esigenze della «porta stretta» da cui passa la sequela di Gesù: insomma quell’etica cristiana che il pastore Ferrario ha tratteggiato con competente passione mediante le parole e la biografia di Dietrich Bonhoeffer. Tutti temi che hanno interpellato e attivato il sempre partecipe pubblico di Biblia.

Quanto ancora una volta le parole bibliche abbiano avuto l’efficacia di edificare comunità, in senso proprio e figurativo, lo si è visto nel caloroso affetto con cui il gruppo di studio ha accolto, nella luminosa mattinata domenicale conclusiva, Paolo De Benedetti, riconoscendo in lui un fondatore e instancabile animatore di comunità generate e nutrite dall’ascolto intelligente, o per meglio dire sapiente, delle Scritture.