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12 progetti per il giubileo della Riforma

Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (Fces) ha presentato dodici progetti per celebrare il giubileo della Riforma che si svolgerà nel 2017. Tra logo comune, manifestazione nazionale e attività turistiche, le proposte hanno stimolato la creatività dei delegati nel corso dell’Assemblea della Federazione svoltasi dal 15 al 18 giugno scorso a Scuol, nei Grigioni.

«Questo progetto è il più importante del decennio, è persino più importante della revisione della Costituzione», ha detto un delegato della Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (Fces), il 16 giugno scorso, a Scuol. Le chiese dei vari cantoni hanno tutte espresso un ampio sostegno alla celebrazione dei 500 anni della Riforma nel 2017.

Dopo discussioni, i dodici progetti proposti dal Consiglio sono stati accettati con alcune modifiche. La creazione di un logo comune, che simboleggia una «R», ha ricevuto un’accoglienza calorosa. Esso sarà il marchio di tutti gli eventi legati al giubileo. «Questo simbolo, che potrà essere personalizzato da ogni cantone, sarà anche declinato sotto differenti forme e diversi materiali», ha precisato Daniel de Roche, membro del Consiglio. Inoltre, per facilitare la comunicazione, gli iniziatori del progetto hanno creato un sito Internet per «permettere a ogni chiesa di avere accesso al materiale di preparazione e di portare informazioni sulle proprie attività». Il filo rosso della manifestazione «Le nostre tesi per l’Evangelo oggi» riunirà sia le chiese locali sia i cantoni e l’intera Svizzera. Per questo, la Fces riprenderà e adatterà il materiale creato alcuni mesi fa dalla Chiesa protestante unita di Francia che propone quaranta temi di riflessione e di discussione. Esso sarà a disposizione di tutte le chiese locali.

Una giornata nazionale della Riforma. Fra le altre proposte: una giornata nazionale sul tema «Riforma, politica, cultura e società» si svolgerà il 21 giugno 2017, un cammino delle città della Riforma attraverserà l’Europa includendo diverse città svizzere.

La Svizzera parteciperà inoltre alla Mostra mondiale della Riforma che avrà luogo da maggio a settembre 2017 a Wittenberg in Germania. In compenso, i progetti riguardanti la gioventù e le opere diaconali hanno suscitato qualche critica e dovranno essere modificati.

I delegati hanno aggiunto diverse dimensioni al progetto. Prima di tutto, il «ruolo delle donne durante la Riforma» dovrà essere messo in valore nell’insieme delle attività. A livello della presenza mediatica, i delegati auspicano un equilibrio tra donne e uomini. Infine, la preoccupazione di essere attrattivi per la gioventù guiderà tutti i progetti. Un comitato del giubileo sarà prossimamente creato per coordinare i progetti.

Il Consiglio consegnerà ai delegati una nuova versione del progetto con descrizioni precise di ogni attività nonché un budget dettagliato per l’Assemblea di novembre 2014.

Una mozione per ridurre il budget della Fces. La Chiesa protestante di Ginevra (Epg) e la Chiesa riformata evangelica di Neuchâtel (Eren) hanno depositato una mozione che chiede di diminuire il budget annuale della Fces di almeno il 5% l’anno a partire dal 2016. «Questa mozione è stata discussa dai nostri due consigli e non è una reazione emotiva alla situazione finanziaria delle nostre due chiese», ha dichiarato la presidente uscente dell’Epg, Charlotte Kuffer, accompagnata da Christian Miaz, presidente del Consiglio sinodale di Neuchâtel. «Da mesi, la conferenza dei presidenti di chiesa (Cpe) esprime una diminuzione delle entrate delle chiese membro della Fces. Qualunque sia il sistema di finanziamento, esso è legato al numero di protestanti. La presidente ha inoltre sottolineato il pericolo di basare il 50% del budget della Fces sulle contribuzioni di due sole chiese (Zurigo e Berne-Jura-Soleure) e la velocità con la quale la situazione finanziaria di una chiesa può deteriorarsi.

Rigettata con 33 voti contro 25 e 5 astensioni, questa mozione – che è stata trasformata in postulato prima del voto – ha suscitato un lungo dibattito. «La nostra domanda non riguarda solo l’Epg e l’Eren, pensiamo a tutte le chiese e auspichiamo una Fces in buona salute», precisa Charlotte Kuffer. Del resto, questa mozione ha trovato eco in diverse chiese.

Da parte sua, il Consiglio ha, fin dall’inizio, rigettato questa domanda. «Una riduzione del 5% del budget rappresenta 300. 000 franchi svizzeri in meno per la Fces, il che implicherebbe una soppressione di posti a Berna», ha sottolineato Lini Sutter-Ambühl, membro del Consiglio. Se «le difficoltà finanziarie delle chiese sono prese sul serio», ridurre il budget senza avere definito precisamente gli obiettivi e in periodo di rifusione della costituzione non è la soluzione. Il Consiglio propone di diminuire le contribuzioni delle chiese in difficoltà e se questo non basterà, farà appello al fondo di solidarietà. (…)

Le chiese aumentano il loro sostegno alle cappellanie dei centri per i richiedenti asilo. Vari centri di accoglienza federali sono stati creati ultimamente, e i tempi di attesa per i richiedenti asilo potrebbero essere più lunghi. Di fronte a quest’evoluzione, i delegati della Fces hanno deciso di aumentare le loro contribuzioni finanziarie alle cappellanie dei centri.

«La realtà della migrazione riguarda tutte le chiese. La cappellania deve essere presente nei luoghi di accoglienza dove la questione esistenziale è particolamente cupa», spiega il delegato per il cantone di Vaud, Laurent Zumstein, durante l’Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (Fces), svoltasi a Scuol dal 15 al 18 giugno. Dal 1999 la Fces sostiene i servizi di cappellania nei cinque centri di registrazione e di procedura della Confederazione (Cep) – Vallorbe, Basilea, Altstätten, Kreuzlingen e Chiasso – e nelle zone di transito (Zt) degli aeroporti di Ginevra e di Zurigo.

A fine 2013 l’Ufficio delle migrazioni (Odm) disponeva di 1300 posti tra i Cep e i centri temporanei federali. L’Odm prevede di aumentare a 5000 posti la sua capacità di accoglienza nei prossimi anni. All’inizio del 2014, è stato predisposto un centro federale in fase di test a Juch/Zurigo, che permette una procedura di asilo accelerata. Un altro centro federale è stato creato, per una durata di dieci mesi, a Perreux (cantone di Neuchâtel). Parallelamente, sono stati aperti centri temporanei della Confederazione, spesso in zone isolate, per periodi di sei mesi. Attualmente, le autorità federali stanno pianificando una ristrutturazione nel campo dell’asilo. Hanno depositato un progetto per modificare la legge che farebbe passare a 140 giorni la durata di soggiorno nei centri federali contro un massimo di 90 attualmente.

«Le risorse dei servizi di cappellania, che hanno un personale limitato, rendono difficile il contatto con alcuni richiedenti asilo che ne avrebbero bisogno», rileva la Fces, dopo un sondaggio fra i cappellani dei centri. Inoltre, le cappellanie non usufruiscono tutte di locali specifici. D’altra parte la sofferenza psichica dei richiedenti, legata al loro passato, e i problemi di dipendenza e di violenza nei centri rendono difficile il lavoro dei cappellani. Questa situazione solleva «la questione di una supervisione per i cappellani». Attualmente, le chiese della Fces versano un «compenso di solidarieà» di 220. 000 franchi annuali, ripartiti tra le chiese dei cantoni che ospitano un Cep. Ma la creazione di nuovi centri federali e l’aumento del numero di richiedenti asilo in questi centri necessitano, tra l’altro, l’impegno di nuovi collaboratori nelle cappellanie. Di fronte a quest’evoluzione, i delegati hanno deciso, per la legislatura 2015-2018, di dare il loro sostegno ai nuovi centri della Confederazione a Perreux, al centro-test a Juch/Zurigo nonché alle chiese il cui territorio ecclesiale comporta un centro temporaneo. Parallelamente, i delegati mantengono le contribuzioni per i servizi di cappellania dei cinque Cep e degli Zt. (…)

(Traduzione dal francese di

Jean-Jacques Peyronel)