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Riforma 500 a Milano

Dal 1° al 4 giugno avrà luogo a Milano un grande appuntamento nazionale voluto e in buona parte finanziato dagli esecutivi delle chiese battiste, metodiste, valdesi, luterane e avventiste. Sarà presente anche l’Esercito della Salvezza. L’evento si colloca all’interno delle celebrazioni per i 500 anni della Riforma. Ne parliamo con il pastore battista Massimo Aprile, portavoce del gruppo di pastori e pastore milanesi che, coadiuvati soprattutto da fratelli e sorelle del capoluogo lombardo, sta organizzando l’happening.

Qual è lo scopo dell’evento?

«L’obiettivo è celebrare il cinquecentenario della Riforma senza trionfalismi ma con un’attenzione alla contemporaneità. Cercheremo di dare visibilità al protestantesimo dei nostri giorni che contribuisce con la testimonianza e l’impegno di ogni giorno a rendere migliore il nostro Paese. Non vogliamo essere trionfalisti, né retorici nei toni, ma ci pare di poter dire che in ogni luogo in cui esiste una chiesa evangelica, a partire dalle denominazioni che organizzano l’evento, ma non solo, c’è un piccolo avamposto di preghiera, di solidarietà, di condivisione della Parola, di ascolto reciproco, di impegno sociale, di difesa della democrazia, di dedizione al bene comune».

Che cosa accadrà dal 1° al 4 giugno a Milano?

«Il programma prevede diversi momenti significativi, di cui vi invitiamo a prendere visione nel dettaglio, visitando il sito www.riforma500milano.it. In particolare, il 2 giugno, nel pomeriggio, insieme alle autorità civili e al Forum delle religioni, ci ritroveremo alla chiesa valdese di via F. Sforza per un incontro in chiave ecumenica su “Il ruolo delle religioni nello spazio pubblico”. Ci chiederemo in che modo la storia e la teologia delle chiese riformate hanno contribuito e possono contribuire, nell’odierno quadro costituzionale, al confronto interculturale, al dialogo interreligioso, nella prospettiva di un effettivo esercizio della libertà religiosa. Sabato 3 poi, vigilia di Pentecoste, dalle 14,30 alle 15,30 si svolgerà un corteo che, partendo da piazza Duomo, arriverà fino al prestigioso Teatro Dal Verme, concessoci dalla città di Milano: l’obiettivo è di manifestare la visibilità di un protestantesimo composito grazie alla presenza nelle nostre chiese di realtà etniche significative. Questo protestantesimo c’è, cresce, e vorremmo che si manifestasse nei volti, nella diversità e anche nella vocazione che il Signore rivolge alle nostre comunità di essere dei laboratori di riconciliazione, dei luoghi di convivenza pacifica e fraterna tra persone che vengono da parti diverse del mondo. Questa comunità variopinta confluirà al Teatro dal Verme, con i suoi 1400 posti a sedere, per celebrare il culto di Pentecoste che sarà ripreso dalla rubrica televisiva Protestantesimo e mandato in onda la mattina di domenica 4 giugno».

È incoraggiata ampia partecipazione delle chiese… Qualche suggerimento per facilitare la riuscita dell’evento?

«La prima cosa che vorrei chiedere è di dedicare un piccolo spazio di preghiera personale e comunitaria all’evento. Al di là del numero di persone che potranno fisicamente partecipare, anche per via delle distanze, ci sarà di grande aiuto sapere che state pregando perché queste celebrazioni siano occasione di rivisitazione storica, di gioioso incontro fraterno e sorerno, ma anche di scambio di vedute per comprendere e rilanciare la nostra testimonianza evangelica a livello locale. La seconda cosa è che ciascuno si faccia eco di questa iniziativa, per informare ma anche per invitare personalmente amici e amiche che conoscono le nostre chiese e guardano con attenzione il modo in cui cerchiamo di vivere il Vangelo. La terza cosa è uno sforzo di dare ordine alla spontaneità, cercando di far sapere con una mail sul sito riforma500milano.it (sezione “contatti”), quante persone realisticamente parteciperanno alle diverse iniziative previste dal programma. Questo sarebbe di grande aiuto, per evitare di trovarci impreparati ad accogliere un numero di persone al di sopra delle aspettative. Per il momento possiamo rendere testimonianza che questo progetto ci sta impegnando, ma anche appassionando: lavorare insieme sta accrescendo la conoscenza reciproca e sta rinsaldando le nostre amicizie. Tutto questo non potrà che avere positive ricadute anche per il futuro».