Monfalcone, lettera di solidarietà ai musulmani

Il Presidente della Fcei, Daniele Garrone: «Da anni la Federazione delle chiese evangeliche è impegnata in una battaglia, anche culturale, per la libertà religiosa e chiede una legge che tuteli a pieno i diritti garantiti dalla Costituzione»

Il presidente della Federazione delle chiese evangeliche, Daniele Garrone, ha scritto ieri, 18 dicembre, una lettera di solidarietà ai musulmani e alle musulmane sulla vicenda di Monfalcone, dove la sindaca leghista Anna Cisint ha proposto la chiusura di due moschee.

«Gli evangelici italiani – si legge nel testo – hanno appreso della grave violazione della libertà religiosa che si è registrata a Monfalcone dove, con l’ormai consueto pretestuoso grimaldello della destinazione d’uso dei locali utilizzati dai membri della comunità islamica, con un’ordinanza comunale è stato precluso il diritto alla preghiera.
In anni recenti provvedimenti analoghi hanno riguardato le chiese evangeliche e, anche per questa ragione, oggi ci sentiamo vicini a voi e condividiamo le ragioni delle manifestazioni che avete annunciato e che avranno luogo nei prossimi giorni».

Una solidarietà piena, dunque, che affonda le sue radici nel rispetto della Carta costituzionale. «Da anni la Federazione delle chiese evangeliche è impegnata in una battaglia, anche culturale, per la libertà religiosa e chiede una legge che tuteli a pieno i diritti garantiti dalla Costituzione – continua la missiva firmata dal pastore Garrone -. La vicenda di Monfalcone, infatti, ci dice quanto questa misura di libertà sia urgente e necessaria per un paese democratico e laico la cui Costituzione afferma l’uguale libertà di fronte alla legge di tutte le confessioni religiose e il diritto di praticare liberamente il proprio culto, in pubblico e in privato. Sappiamo anche che, spesso e dolorosamente, l’ostilità nei confronti di alcune confessioni religiose si associa a atteggiamenti di paura e discriminazione dei migranti che vivono e lavorano in Italia. All’opposto, la nostra predicazione e il nostro impegno di evangelici vanno nella direzione della costruzione di una società inclusiva che, nel rispetto delle leggi e dei diritti umani, accolga e riconosca i migranti nella loro integrità, compresa la loro fede religiosa».

Un’inclusione ancora lontana. «Nel tempo triste in cui blasfemi radicalismi religiosi predicano odio e violenza – conclude Garrone -, noi e voi siamo tenuti a rendere testimonianza della nostra fede nell’unico Dio che ci chiede di percorrere le strade dell’incontro e del dialogo».