All’italiana

Fra laicità che odora di incenso e intrallazzi vari, un caso dalla Francia

Ci rubano anche i luoghi comuni. La soluzione all’italiana, quell’intrallazzo che nel migliore dei casi salva capra e cavoli e nel peggiore puzza di corruzione o favoritismi, ha fatto scuola anche altrove.

La statua dell’arcangelo San Michele a Les Sables-d’Olonne (dipartimento della Vandea, Francia), di cui il Consiglio di Stato aveva chiesto la rimozione dallo spazio pubblico, è stata spostata di qualche metro, 13 per l’esattezza, giovedì scorso. È stata collocata in un terreno privato, recentemente venduto alla parrocchia dal Comune, con l’obiettivo di rimanere «sul posto, in tutta legalità».

È l’epilogo di una vicenda durata quasi due anni. «Gli ayatollah del laicismo avranno fatto arretrare la nostra statua (…), ma avranno anche fatto avanzare la nostra determinazione a difendere la nostra cultura e il nostro stile di vita», ha dichiarato il sindaco Yannick Moreau. Ancora cultura e credo religioso che si mischiano in una confusione voluta, fra presunte radici cristiane e segni identitari. Mica è una caso che l’8 gennaio di quest’anno il candidato alle elezioni presidenziali, l’estremista di destra Eric Zemmour, abbia fatto su questa piazzetta una sosta per pronunciare le significative parole: «Non è una statua insignificante, è innanzitutto il simbolo delle nostre tradizioni, delle millenarie radici cristiane (…) La Francia è stata fatta dal cristianesimo, che ci piaccia o no». Più chiaro di così. Alcuni mesi prima era toccato a reduci e paracadutisti sfilare in divisa davanti alla statua. Chiesa e elmetto, le tradizioni sono salve.

Precedentemente installata sul suolo pubblico di fronte al piazzale della chiesa di Saint-Michel, la statua è stata ora collocata sulla sua nuova base in una striscia di terra di 53 m2 accanto all’edificio. Il terreno è stato venduto dall’autorità locale alla parrocchia per «circa 3.000 euro» e sarà dotato di una rampa di accesso per le persone a mobilità ridotta. Il decano dei sacerdoti di Les Sables-d’Olonne, l’abbé Antoine Nouwavi, si è rallegrato del fatto che sia stata trovata una soluzione che «pone fine alla controversia». Il voto del consiglio comunale che ha stabilito la vendita del terreno è stato bipartisan, all’unanimità. Sulle grandi battaglie non c’è destra o sinistra che tenga..

Nel dicembre 2021, il tribunale amministrativo di Nantes aveva dato ragione all’associazione Libre pensée, che aveva chiesto al Comune di spostare la statua dallo spazio pubblico per violazione dell’articolo 28 della legge del 1905, che vieta l’installazione di segni ed emblemi religiosi negli spazi pubblici. La decisione è stata confermata dalla Corte amministrativa d’appello nel settembre 2022 e poi dal Consiglio di Stato nell’aprile 2023. «Il manipolo di laicisti radicali avrà la sua statua rimossa, ma la volontà della popolazione di Sablais sarà rispettata, perché la statua di Saint-Michel rimarrà al suo posto, in modo perfettamente legale», ha dichiarato Yannick Moreau, puntando il dito contro la «tempesta della cancel culture».

Nel marzo 2022 si è tenuta una consultazione sul destino della statua, durante la quale il 94% dei 4.593 partecipanti (su una popolazione di 45.000 abitanti) ha votato a favore del mantenimento della statua nello spazio pubblico. Presente in città tra il 1935 e il 2017 nel parco di una scuola pubblica, la statua era stata spostata nell’ottobre 2018 e installata nel nuovo piazzale della chiesa di Saint-Michel.

Ora la statua è più visibile di prima ma su suolo privato. Se non è una soluzione all’italiana questa.


Foto da Google Street View