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Stop alla legge danese che proponeva la traduzione obbligatoria dei sermoni

Più di due anni dopo che la Conferenza delle Chiese Europee (Kek) aveva scritto una lettera in cui esprimeva grave preoccupazione per la proposta di legge che imponeva in Danimarca la traduzione dei sermoni dalle altre lingue al danese, la proposta è stata finalmente cancellata.

La proposta di legge, scritta con l’intento di prevenire i discorsi d’odio dei predicatori estremisti, avrebbe costretto le congregazioni tedesche, rumene, inglesi e di altre lingue diverse dal danese a tradurre improvvisamente i loro sermoni in danese.

Jørgen Skov Sørensen, segretario generale della Kek, ritiene che una legge del genere avrebbe calpestato il diritto di queste congregazioni di osservare liberamente e apertamente la loro eredità cristiana – ed è il tipo di questione su cui la Kek insiste per sensibilizzare l’opinione pubblica.

«Questa legge – e i suoi effetti su Chiesa, Stato e società – è una di quelle che dovrebbe suscitare cautela in ogni comunità ecclesiale», ha detto Sørensen, «perché questa legge è stata una risposta a pochi predicatori musulmani radicali che diffondono odio e divisione tra le persone».

Sørensen ha aggiunto: «Sono assolutamente d’accordo sul fatto che questo tipo di atteggiamento debba essere affrontato e trattato, ma in questo modo la legge ha preso di mira tutte le comunità religiose che predicano in lingue diverse dal danese».

«Questo è inaccettabile e non necessario», ha aggiunto.

La Kek ha espresso per la prima volta la sua preoccupazione in una lettera al primo ministro danese Mette Frederiksen il 26 gennaio 2021, poi ha sperimentato una cooperazione quasi immediata tra le chiese sulla questione.

«Non siamo riusciti da soli a far abrogare questa legge», ha commentato Sørensen. «Il Consiglio nazionale delle chiese danesi ha preso l’iniziativa e ha gestito il dialogo tra le chiese a livello nazionale e il governo».

La Kek è stata poi in grado di puntare al più ampio contesto europeo, lavorando con le Chiese membro e i Consigli nazionali per mettere le migliori capacità ai tavoli più strategici.

A livello locale, le chiese stesse spesso forniscono le informazioni di cui la Kek ha bisogno per amplificare questo tipo di risposta necessaria. «In questo caso, la Kek è stata messa al corrente della situazione dalle Chiese in Danimarca e anche dalla Ekd tedesca, rappresentata da diverse congregazioni di lingua tedesca in Danimarca», ha spiegato Sørensen.

In definitiva, questo tipo di cooperazione e di condivisione delle informazioni è un forte strumento per la difesa e la costruzione della pace.

La vescova luterana della diocesi di Haderslev, Marianne Christensen, ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che il nuovo governo danese abbia rinunciato a introdurre la legge che impone la traduzione dei sermoni.
«A parte il fatto che la legge non avrebbe avuto l’effetto desiderato – ostacolare i discorsi d’odio nei sermoni – avrebbe comportato un costo enorme per la traduzione e avrebbe alimentato il sospetto nei confronti delle congregazioni non di lingua danese».

«La nostra Chiesa, la Chiesa luterana in Danimarca, fa parte di una tradizione che tutela la libertà di fede e di comunione, la libertà di annuncio e la libertà di predicare nella propria lingua madre: la legge prevista avrebbe minato questi diritti di libertà fondamentali».


La cattedrale di Haderslev – Foto Stock tratta da https://ceceurope.org/danish-law-proposing-mandatory-translation-sermons-scrapped-cec-sees-win-human-rights