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Da Gutenberg a Zuckerberg, e in mezzo Rodari

“Quanto pesa una lacrima? Secondo: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la Terra”. (Gianni Rodari dal libro Favole al telefono).

Cento anni fa nasceva Gianni Rodari, scrittore, pedagogista, poeta e giornalista italiano (piemontese), oggi citiamo questa sua piccola perla tratta dalla poesia Inventare numeri (a Rodari dedicheremo nei prossimi giorni un approfondimento) perché le parole sono importanti e perché altrettanto importante è stata la loro diffusione attraverso la stampa. 

Oggi, 3 febbraio, ricorre infatti la data che ricorda la morte, avvenuta nel 1468, di colui che rese possibile la diffusione delle stampa: Johannes Gutenberg. Il tipografo e orafo tedesco che inventò il primo sistema di stampa a caratteri mobili fatti in lega di piombo e antimonio.

Gutenberg rivoluzionò il sistema di stampa consentendo così, dopo la sua morte, la produzione e la diffusione in serie dei libri. 

Vissuto in Germania durante il 15° secolo «Johann Gutenberg inventò la stampa a caratteri mobili. Tecnologia che permise la nascita dell’industria libraria e la diffusione della cultura tra persone, che altrimenti mai avrebbero potuto permettersi di comperare un libro. La Bibbia stampata da Gutenberg fu il primo best seller della storia.

Johann Gutenberg, soprattutto un orafo tra il 1436 e il 1440, utilizzò per la prima volta i caratteri a stampa, un’invenzione che avrebbe completamente trasformato i meccanismi di diffusione della conoscenza e la cultura mondiale».

Fino all’epoca di Gutenberg, infatti, i libri erano manoscritti (copiati a mano): i monaci amanuensi erano specializzati in tale compito. 

Questo ovviamente rallentava molto la circolazione dei testi. La stampa a caratteri mobili di Gutenberg permise la produzione rapida di molte copie uguali.

Gutenberg nato a Magonza tra il 1390-1403 (la data di nascita sembra non è certa) operava nel mondo dell’incisione orafa e tra il 1452 e il 1455 propose la sua innovazione tecnologica razionalizzando di fatto un processo industriale applicando le «tecnologie» orafe, che ben conosceva, insieme a quelle utilizzate per la spremitura del vino (grazie al torchio). 

Nel 1452 esce la stampa del primo testo a due colonne di 42 linee: «la Bibbia delle 42 linee» che riproduce la Vulgata, ossia la traduzione in latino della Bibbia portata a termine da San Girolamo sull’antica versione greca ed ebraica. 

La stampa (parziale) delle prime copie (1.282 pagine) verrà presentata per la prima volta nel 1455 alla Fiera di Francoforte. 

Nei cinquant’anni successivi l’invenzione di Gutenberg si espande in 271 città del mondo.

Sarà però Aldo Manuzio (Bassiano 1449-1452 (?) – Venezia 1515) a inventare – partendo dalla tecnologia di Gutenberg – la «moderna» editoria: 30 prime edizioni di classici (prima disponibili solo come manoscritti). 8 autori italiani (tra questi, Petrarca, Dante, Boccaccio) 150 edizioni complessive con tirature di 1.000 o 2.000 copie.

Da allora definire quante lettere siano state stampate sui libri non è possibile farlo. Poi, sono arrivare le nuove tecnologie ed è cambiato tutto: sino ai giorni nostri. 

Oggi comunichiamo attraverso i social media, la posta elettronica, i personal computer, i telefoni cellulari, i social media (la piattaforma Facebook inventata dal giovane Marc Zuckerberg ha rivoluzionato la comunicazione). 

Le varie tappe di questo lungo percorso sono documentate su Il giornale della libreria che in sintesi riportiamo:

«Nel 1970 nasce l’Isbn: International Standard Book Number. Numero che identifica a livello internazionale, in modo univoco e persistente, un titolo o una edizione di un titolo di un determinato editore per ciascun Paese. Favorirà la nascita e lo sviluppo dell’e-commerce (commercio digitale – che si sviluppa sul web) librario. 

Nel 1980 i Cd-Rom. I primi prodotti editoriali digitali. Sony e Philips lanciano negli Ottanta sul mercato i primi lettori di dischi ottici. Contemporaneamente si sviluppa il mercato dei cd-rom(memoria informatica contenuta su supporto digitale – cd) che rappresentò un passaggio fondamentale nella diffusione e nello sviluppo dell’«editoria elettronica». Grazie all’elevata capacità di memoria i cd-rom diventano il supporto ideale per la distribuzione di massa di contenuti editoriali. Nel 1995 nasce la stampa digitale. Nel 1998 nasce l’e-book (libro digitale). La NuvoMedia, un’azienda californiana, lancia, a 499 dollari nella catena Barnes & Nobles, il Rocket ebook, il primo dispositivo di lettura di libri elettronici con una capacità di conservare 4 mila pagine (circa 10 libri) e una batteria di 20 (o 45) ore. Nel 2007 arriva Kindle. Il primo dispositivo elettronico di lettura che si è affermato sul mercato globale.

Dal 2000 in poi sino a oggi l’utilizzo di tablet (computer portatile di piccole dimensioni e spesso senza tastiera) di smartphone(telefoni intelligenti e interattivi) hanno aperto al mondo i contenuti digitali, affiancati dagli e-reader (apparecchi di lettura digitali). Il mondo delle app (applicazioni utili e dedicate) per bambini, di quelle destinate a un pubblico professionale o al mondo educativo, sono le traiettorie di sviluppo dell’editoria. 

Con la diffusione di Internet, i grandi gruppi internazionali – Penguin, Pearson, Springer, Wolters Kluwer, Elsevier, Bertelsmann, MacMillan, Thomson-Reuters, McGraw Hill – mettono in pratica il cambiamento di paradigma a cui il digitale spinge l’editore: non più solo produttore di una manufatto fisico (il libro), ma anche distributore di contenuti granulari, arricchiti, aggiornati, adattati, consultabili dai device (dispositivo elettronico) più diversi. Spesso con modalità non più di vendita ma di abbonamento».