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Animazione teologica, questa sconosciuta?

Dal 5 al 7 aprile si terrà a Casa Cares (Reggello, FI) un seminario di animazione teologica promosso dal Comitato italiano per la Cevaa (Comunità di chiese in missione), aperto a tutti gli interessati: giovani, persone che si occupano di animazione, membri di chiesa, pastori e diaconi.

«Vogliamo puntare a una partecipazione allargata», spiega Stefano D’amore, pastore valdese e presidente del Comitato, tra gli ideatori e organizzatori del seminario, che «vuole essere un’occasione di formazione e sperimentazione attorno a un “metodo” che punta a condividere la propria fede, spiritualità, esperienza personale e di comunità; a offrire un confronto con l’Evangelo attraverso un approccio meno frontale e più coinvolgente; ad aiutare a dare risposte alle proprie domande, a impegnarsi, ad assumere meglio le proprie responsabilità, a testimoniare».

L’animazione teologica nasce negli anni Ottanta nelle chiese membri della Cevaa, e ne è uno degli strumenti fondamentali, perché riunisce i tre pilastri della sua l’identità: condivisione, azione e testimonianza. Gli elementi base sono la lettura in gruppo, l’ascolto, la partecipazione attiva, la valorizzazione delle differenze, la ricaduta nella vita missionaria della Chiesa.

Nelle chiese protestanti italiane, spiega D’Amore, è stata applicata in alcuni contesti (centri e attività giovanili, Federazione giovanile evangelica, gruppi femminili…) e in chiese locali «per esempio a Luserna San Giovanni (dove è nato un “gruppo di animazione teologica”) e Torino, dove ci sono pastori che la conoscono e la utilizzano. Dove c’è sperimentazione, studi biblici che cercano di arrivare nel profondo delle esperienze personali oltre che nel profondo del testo biblico, lì c’è animazione teologica». Ma non si può dire che questo metodo sia utilizzato in modo «consapevole e strutturato» ovunque.

È quindi importante aumentarne la conoscenza e la diffusione, anche attraverso occasioni come questa, in cui due figure formatrici guideranno i partecipanti alla scoperta o all’approfondimento di questa prassi teologica: Annelise Maire (animatrice, Svizzera) introdurrà l’argomento nel contesto internazionale della Cevaa e Daniele Bouchard (pastore, Italia), approfondirà tema specifico. L’idea, spiega D’Amore, è partire da una base teorica per affrontare praticamente, con lavori in gruppo e sperimentazione, le sue tecniche, per arrivare ad alcune proposte operative da condividere nelle varie chiese.

Il seminario sarà anche occasione per presentare e diffondere i due manuali realizzati dal Comitato italiano Cevaa, entrambi molto apprezzati (il primo è stato ristampato di recente, entrambi sono scaricabili qui), che hanno il pregio di unire l’esperienza delle chiese internazionali membri della Cevaa e di quelle italiane, con schede prodotte dalle une e dalle altre. E chissà che dal seminario non emergano spunti e materiali per un terzo volume!

Per qualsiasi informazione e per le iscrizioni rivolgersi a Nataly Plavan: nplavan@chiesavaldese.org. Le iscrizioni devono pervenire entro il 17 febbraio. La partecipazione è gratuita e sono disponibili borse viaggio. Gli arrivi sono previsti per la cena di venerdì e le partenze dopo il pranzo della domenica.