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Lotta contro gli abusi domestici in Mozambico

Non puoi segnalare un crimine se non sai di essere una vittima: è quanto spesso accade alla gente che vive in Mozambico. In questo paese sono molte le persone che non comprendono la legge e non sanno quali siano i propri diritti. Grazie agli operatori e ai collaboratori della Società missionaria battista (BMS) in Mozambico, questo sta cambiando.

Mark Barrell, avvocato della BMS, collabora con l’Associazione degli avvocati cristiani del Mozambico (AMAC). «L’obiettivo della AMAC è quello di dare accesso alla giustizia alle persone più povere e vulnerabili», afferma Barrell. E in un paese con solo circa 2.000 avvocati su una popolazione di 30 milioni di persone, il lavoro dell’AMAC è indispensabile. Gli avvocati dell’Associazione lavorano duramente per fornire consulenza, istruzione e talvolta rappresentanza legale a coloro che ne hanno bisogno.

«Sosteniamo molte persone in circostanze diverse», continua Mark. «Ma spesso le persone che aiutiamo sono donne, il cui status nella società mozambicana è molto basso». L’AMAC lavora regolarmente con donne che sono state lasciate dai loro mariti o partner e che non hanno i mezzi per sostenere i propri figli; donne i cui mariti sono deceduti e le cui famiglie stanno cercando di acquisire le loro case; donne che sono regolarmente soggette ad abusi domestici. Donne come Isabel (il nome è di fantasia, ndr).

Isabel è stata abusata da suo marito. Ma lei non capiva cosa fossero gli abusi domestici, o che ciò fosse illegale. Fortunatamente, l’AMAC l’ha aiutata.

L’AMAC collabora regolarmente con le chiese locali, organizzando sessioni educative in cui le popolazioni locali possono apprendere informazioni su questioni che vanno dall’abuso domestico e dalle questioni legate all’eredità al diritto del lavoro. Isabel ha partecipato a una sessione sulla violenza domestica e le è stato insegnato cosa si definisce come abuso e perché è sbagliato.

Dopo aver incontrato un avvocato del team AMAC, Isabel si è resa conto di essere vittima di abusi domestici. Così è stata accompagnata alla stazione di polizia dove ha denunciato il reato subito. «Spesso può essere difficile convincere la polizia a intraprendere qualsiasi azione», ha dichiarato Barrell. «Ma in quella particolare occasione l’agente di polizia coinvolto ha avviato un’indagine molto rapidamente, e presto Isabel è stata indirizzata al tribunale locale».

Solo pochi mesi dopo, il marito di Isabel è stato portato davanti a un giudice. Il tribunale gli ha imposto una restrizione e gli è stato detto che se Isabel avesse segnalato ulteriori abusi sarebbe finito in carcere.

Ora Isabel vive senza paura, incoraggiata dal fatto che AMAC garantirà l’accesso alla giustizia a tante altre persone bisognose.