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Il nero e il viola della resistenza

Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) ha dato nuovo impulso alla sua campagna contro la violenza sulle donne, denominata «Thursdays in black», con un nuovo logo. L’iniziativa dei «giovedì in nero» del Cec si inserisce nell’omonima campagna di sensibilizzazione sulla violenza di genere e in particolare all’utilizzo della violenza sessuale come strumento di offesa in situazioni di guerre e conflitti, le cui origini risalgono agli anni Settanta e alle proteste delle madri dei desaparecidos in Argentina. Il movimento è poi diventato internazionale, con analoghe esperienze in Bosnia, Palestina, Sudafrica.

Il Cec ne è diventato uno dei primi e più importanti sostenitori dagli anni Ottanta, nel «decennio di solidarietà delle chiese con le donne» (1988-1998), focalizzandosi su una protesta pacifica contro lo stupro e la violenza, a favore di modi in cui ogni individuo possa contrastare gli atteggiamenti che provocano queste autentiche piaghe sociali.

A partire dal 31 maggio il Cec aveva avviato una nuova iniziativa (ne avevamo parlato qui) sulla scia della profonda emozione suscitata nei suoi rappresentanti e nelle sue rappresentanti che si erano recate tra il 2017 e il 2018 in diverse parti di paesi come Nigeria, Burundi, Colombia, incontrando le vittime di ogni forma di violenza, fisica, psicologica, protratta per anni. Da questi incontri era nata una serie di preghiere settimanali pubblicate sul sito del Cec proprio in corrispondenza di ogni «giovedì in nero», per sensibilizzare le persone al tema.

Ora il Comitato centrale ha presentato un nuovo logo, il cui disegno intende enfatizzare il percorso da proseguire (o da intraprendere) e la solidarietà espressa dalla campagna globale. Questa nuova versione dà nuovo impulso a un movimento che riconosce la resistenza e la resilienza delle donne di fronte alla violenza.

Il logo è disponibile con e senza il logo del Cec, per poster, striscioni, spille, magliette, borse e simili, ed è utilizzabile da parte di altre organizzazioni che possono mettere il loro logo per esprimere la loro adesione alla campagna. Le forme di adesione possono essere le più diverse: oltre all’indossare abiti neri, si possono ad esempio pubblicare sui social media testimonianze, fotografie, preghiere; a livello collettivo, organizzare eventi pubblici di sensibilizzazione, o incontri di preghiera.

Come ha ricordato la direttrice della comunicazione del Cec, Marianne Ejdersten, «con questo nuovo design speriamo che ognuno possa trovare un modo di esprimere la propria solidarietà con le donne e contro la violenza».