istock_000058546054_full_

I migranti sugli scogli di Ventimiglia: tornare indietro è impossibile

Nella mattina del 30 settembre, circa 200 agenti di polizia e carabinieri, con numerosi automezzi blindati hanno sgomberato il presidio al confine tra Italia e Francia, dove da mesi erano accampati un centinaio di persone, migranti che a giugno si sono visti sbarrare la strada verso nord europa dalle autorità francesi. Inizialmente non c’è stata nessuna violenza, ma gli attivisti Noborders hanno costantemente protestato per lo sgombero e per la situazione dei migranti che continua a non sbloccarsi. We are not going back scandiscono i manifestanti, che nelle scorse settimane hanno organizzato diversi presidi per sensibilizzare gli automobilisti in transito. Dopo lo sgombero sono tornati sugli scogli, come a giugno. Nei giorni scorsi il Consiglio Regionale ligure ha chiesto alla giunta di intervenire presso il Ministero degli Interni per “lo sgombero dell’area occupata da mesi dai no borders alla frontiera di Ventimiglia al fine di interrompere definitivamente le situazioni di illegalità e disagio conseguenti”. La richiesta non è stata approvata per l’astensione del Movimento 5 Stelle, ma un atto del Prefetto del 22 settembre lo ha autorizzato. Il giornalista Cosimo Caridi si trova sulla frontiera, ci ha raccontato quello che ha visto.

Qual è la situazione?

«In questo momento ci sono circa 50 persone: alcuni rifugiati, altri attivisti italiani e francesi che sono sugli scogli dei Balzi Rossi; una buona parte di quelli che facevano parte del presidio sono stati allontanati questa mattina. La situazione è paradossale perché dal lato italiano non è possibile accedere alla zona, è tutto bloccato anche per la stampa, mentre dal lato francese chiunque può avvicinarsi, anche persone che non sono autorizzate in nessun modo. L’Italia continua questa politica di blocco, mentre la Francia ferma soltanto i migranti. Cinquanta persone sono sugli scogli, in riva al mare, e dietro duecento agenti in tenuta antisommossa, numerose persone della Digos che controllano l’area: la situazione è pazzesca perché non si capisce se queste persone potranno andare via, saranno identificate oppure no. Alfano ha detto che chi sta in Italia e non rispetta le regole italiane viene trattato in questo modo».

Le regole non rispettate sono contro il presidio che va avanti da giugno?

«Forse ma detto questo non mi sembra che sia previsto l’arresto per l’occupazione di suolo pubblico. Per ora non si capisce quali conseguenze ci saranno per queste persone. Ho visto per due volte due privati cittadini, uno inglese e uno francese, che hanno tentato di avvicinarsi agli scogli, essere portati via dalla polizia per essere identificati. In questo momento una persona sta scappando dalla polizia che la sta inseguendo. La verità è che questo è diventato un luogo militare».

Cosimo Caridi – La frontiera come simbolo

Sono immaginabili delle prospettive, in queste prime ore?

«Ventimiglia è un posto di passaggio: lo è stato per i contrabbandieri, lo è stato per gli ebrei che scappavano dalle leggi razziali, lo è stato per i migranti economici italiani, lo è stato per tutti gli altri migranti negli ultimi 20 anni e lo sarà sempre. Per quello che sta avvenendo in questo momento non si prospetta una soluzione, che è evidentemente politica ma non può arrivare da Alfano che parla di “vittoria” per uno sgombero: il problema è europeo e si trascina da anni».

Images ©iStockphoto.com/michaelquirk