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Unione montana val Chisone: «Noi siamo pronti, aspettiamo la Regione»

Abbiamo parlato qualche giorno fa dell’Unione montana dei Comuni del Pinerolese oggi ci soffermiamo sulla situazione in val Chisone e Germanasca. Rispetto a quella del Pinerolese, l’Unione val Chisone e Germanasca è nata prima e ha avuto più tempo per organizzarsi. Ha scelto prima dei colleghi della val Pellice, presidente, vicepresidente e sede operativa. Tuttavia ora si trova nelle stesse condizioni degli omologhi valligiani, ferma da più di un anno in attesa di sapere quale budget avrà a disposizione e quali saranno gli interventi, i campi, i modi e i tempi in cui potrà operare. Per saperlo deve aspettare che l’assessorato competente, quello alla Montagna guidato da Alberto Valmaggia, promulghi la legge delega che definisca il bilancio e i dettagli delle competenze.

Dopo averle istituite per legge nel 2012, il Consiglio Regionale ha riconosciuto ufficialmente le prime 27 Unioni di Comuni solo martedì 18 novembre, mentre altre 20 sono in fase di costituzione.

Le Unioni del Pinerolese e della val Chisone sono tra quelle riconosciute, e dovrebbero avere gli stessi oneri e poteri delle vecchie Comunità Montane.

Lido Riba, presidente Uncem, da tempo sostiene che con l’istituzione delle Unioni dei Comuni e la cancellazione delle Comunità Montane «non si è risparmiato un centesimo, si è sprecato tempo e denaro con i commissari liquidatori mentre in altre regioni come Veneto, Emilia Romagna o Toscana il passaggio è stato immediato e lineare. Una mera operazione di facciata, una pantomima politica», che sembra quindi svuotare di valore gli intenti della spending review, anche perchè quelle che una volta erano Comunità Montane separate (val Pellice e val Chisone e Germanasca) si erano unite nella comunità montana del Pinerolese proprio per risparmiare risorse e uniformare gli interventi.

Il sindaco di Porte Laura Zoggia è la presidente dell’Unione di Comuni della val Chisone e Germanasca. Mentre il suo corrispettivo dell’Unione del Pinerolese e sindaco di Luserna San Giovanni, Duilio Canale, era pessimista e parlava di «Unioni non operative prima della primavera 2015», Zoggia è meno pessimista: «Finora abbiamo fatto un solo Consiglio dove abbiamo votato il presidente e e il vicepresidente della Giunta ma non abbiamo ancora attribuito le deleghe. Alcuni sindaci hanno storto il naso ma non l’abbiamo fatto perchè dobbiamo ancora capire quali saranno le deleghe trasferite dalla Regione nonostante ci abbia già riconosciuto. Ci sarà a breve un Consiglio per recepire quanto chiesto da Torino e per capire che cosa fare con i dipendenti e quali saranno le necessità di tutti i Comuni, per riuscire a partire subito a gennaio». Quali saranno le priorità per le valli Chisone e Germanasca? «Dovremo gestire in forma associata le funzioni fondamentali previste dalla legge nazionale, le opere di bonifica del territorio e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Dovremo assolutamente lavorare con progetti sull’economia forestale, l’energia rinnovabile, il turismo di montagna, l’artigianato e sui servizi essenziali come quello scolastico e i trasporti. Abbiamo tante priorità che legano tutti i Comuni. E poi dovremo essere competitivi sui progetti europei per rilanciare gli insediamenti industriali. Se vogliamo che le valli vivano dobbiamo garantire il lavoro».

Il futuro delle Unioni montane dipenderà quasi esclusivamente dall’accesso ai fondi europei 2014–2020. Ci sono 120 milioni di euro in ballo nel giro di sei–sette anni che gli amministratori locali non potranno né dovranno farsi sfuggire.

Fonte copertina: dislivelli.it