Convertici, Signore!

Un giorno una parola – commento a Geremia 31, 18

 

Convertimi, e io mi convertirò, poiché tu sei il Signore, il mio Dio

Geremia 31, 18

 

Paolo disse: «Vi predichiamo che da queste vanità vi convertiate al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il morte e tutte le cose che sono in essi»

Atti degli Apostoli 14, 15

 

 

 

Il versetto scelto per la breve meditazione di questa mattina nasce nel cuore di una delle pagine più tenere e sorprendenti del profeta Geremia: nel capitolo 31, mentre il popolo vive ancora le ferite dell’esilio, Dio parla con il linguaggio del ritorno, del riscatto, della consolazione. È la voce di Efraim che riconosce il proprio smarrimento e, insieme, scopre che la mano di Dio non ha mai smesso di cercarlo. La sua preghiera è semplice e disarmata: “Convertimi… perché tu sei il Signore, il mio Dio”.

 

In queste poche parole c’è un’incredibile sincerità spirituale: la consapevolezza che da soli, da sole non ce la facciamo, che il nostro cuore non si raddrizza per forza di volontà, né la nostra vita cambia solo con un buon proposito. La conversione non è un esercizio di autoperfezionamento, ma un movimento che comincia in Dio e a cui noi possiamo soltanto rispondere, aprendo uno spiraglio, lasciandoci toccare, chiedendo aiuto senza paura.

 

Questa richiesta “convertimi, e io mi convertirò” non è passività: è un atto di fiducia. Riconoscere che Dio può “convertirci” significa credere che Egli non si stanca di noi, che vede possibilità dove noi vediamo solo ostacoli, che continua a chiamarci figli, figlie quando ci sentiamo distanti. La conversione, allora, non è il ritorno a un Dio severo, ma il ritorno a una relazione che ci precede e ci accoglie.

 

Oggi la Scrittura ci invita a deporre le nostre difese: a riconoscere ciò che è spezzato e, invece di nasconderlo, offrirlo a Dio. Convertimi, Signore: cambia la mia direzione quando perdo la strada; sciogli ciò che si è indurito; ridammi il gusto della vita nuova. E io mi convertirò: perché la tua mano guida, la tua voce chiama, il tuo amore rialza. È così che ricomincia un cammino. Amen.