Restare intimamente connessi a Dio
Un giorno una parola – commento a Giovanni 15, 4
Il rimanente della casa di Giuda che sarà scampato, metterà ancora radici in basso e porterà frutto in alto
II Re 19, 30
Gesù dice: «Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me»
Giovanni 15, 4
“Restanza” è un neologismo reso popolare dall’antropologo Vito Teti per definire il sentimento di radicamento e appartenenza a un luogo, contrapposto all’erranza, e l’azione di chi decide di rimanere in un territorio, nonostante lo spopolamento, non per un “immobilismo nostalgico”, ma con l’intenzione di trasformarlo e rigenerarlo facendolo rifiorire e con ciò edificando un nuovo senso dei luoghi e di se stessi. Un giorno Gesù aveva chiesto ai suoi discepoli: “Non volete andarvene anche voi?” e Simon Pietro gli rispose: “Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna! E noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Giovanni 6, 67-69). Qui, nel contesto dei “Discorsi di addio” (capitoli 13-17) Gesù sta per lasciare i suoi amici discepoli, ma promette di rimanere sempre al loro fianco per mezzo dello Spirito Santo. E chiede anche a loro di non andarsene, di restare con lui.
Anche a noi oggi Gesù chiede di dimorare in lui e promette di dimorare in noi. La sua sfida, il suo proposito è di farci scegliere di rimanere, di stare ancora con lui, di restare intimamente connessi, come il tralcio alla vite che è Cristo, in un rapporto vivo e sempre fiorente con Dio, Padre di Gesù, che è il vignaiuolo, affinché ci sia traccia ed evidenza di questa relazione di cui è intessuta la “vita nascosta con Cristo in Dio”.
Essenzialmente essere cristiani vuol dire essere “in Cristo”, mantenere e sviluppare una condizione di appartenenza già esistente e che Cristo divenga sempre più fortemente ciò che è, il nostro Signore e colui che ci dona la Vita. Un tralcio vive e dà frutto unicamente se resta attaccato alla vite; se venisse tagliato si seccherebbe e morirebbe. Chi accoglie l’invito a dimorare in Cristo non fa che restare nell’ambiente vitale che l’amore di Dio ha già suscitato in lui e intorno a lui e il frutto altro non è se non quello che Cristo produce nell’esistenza dei discepoli: il frutto della fede e dell’amore. Amen.