Tornare alla parola di Dio
Un giorno una parola – commento a II Timoteo 4, 3
O, Dio, noi abbiamo udito con i nostri orecchi, i nostri padri ci hanno raccontato l’opera da te compiuta ai loro giorni, nei tempi antichi
Salmo 44, 11
Verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie
II Timoteo 4, 3
Le parole del versetto della seconda lettera a Timoteo sono attualissime. L’apostolo Paolo, o chi per lui, si rivolge a Timoteo con la lucidità di chi sa che il Vangelo, prima o poi, incontrerà resistenze non solo esterne, ma anche interne. E forse proprio queste ultime sono le più pericolose, che tolgono l’attenzione da ciò che conta davvero. Resistenze perché, alla lunga, quella che l’autore chiama la «sana dottrina», è percepita come troppo esigente, troppo scomoda, troppo distante dai desideri del cuore umano (la storia ne è piena, con tutte le tragedie che ne sono derivate). Allora le persone si cercheranno “maestri secondo le proprie voglie”, non per essere guidati, ma per sentirsi confermati.
Non è forse l’epoca che stiamo vivendo? Viviamo in un tempo di sovrabbondanza di parole. In pochi secondi possiamo ascoltare centinaia di voci: predicatori, influencer, teologi, profeti autoeletti. E spesso cerchiamo tra queste la voce che ci dà ragione, che non ci contraddice, che ci lascia esattamente come siamo. In fondo stiamo bene. Non c’è bisogno di cambiare tanto, magari sono le altre persone che devono cambiare. Non sentiamo il bisogno di una trasformazione, di un cambiamento totale. Il cristianesimo rischia così di diventare, per molti, una religione di superficie. Una religione che ci rassicura, non una fede vivente che ci sfida, che ci mette in discussione.
Qui con la «sana dottrina» non si tratta di restare ancorati a una fede rigida o chiusa. Il Vangelo è vita, ci mette in relazione, è movimento. Una parola che libera chi è disposto ad ascoltare con umiltà. Parole che non sempre gratificano, ma trasformano. In questo tempo di molte voci, che non sono per niente armoniose fra di loro, ma che cercano comunque di coprire ciò che non funziona, abbiamo bisogno di tornare alla Parola che non passa; abbiamo bisogno di ricordare che la fede non consiste nel sentirsi a proprio agio, ma nel seguire Cristo, anche quando ci conduce là dove non vorremmo andare. Amen.