2025 e si muore ancora di lavoro

Il nuovo anno ha già il suo primo morto sul lavoro, è l’operaio Francesco Stella di 38 anni

 

Francesco Stella, operaio di 38 anni è morto sul lavoro il 3 gennaio dopo essere caduto da un’impalcatura da un’altezza di circa 6 metri in un’azienda di profilati a Lamezia termine.

È il primo morto sul lavoro del 2025. E pensare che c’è chi chiama ancora questi lavoratori (che purtroppo non ci sono più) con il termine assurdo e ipocrita di «morti bianche». Non c’è nulla di bianco in una morte sul lavoro.

Dunque, com’era facile preveder, è arrivata e inesorabile la prima vittima sul lavoro di quest’anno, e non sarà certo l’ultima. 

Morti da contare, certo, persone che dobbiamo ricordare con rispetto citando il loro nome e il loro cognome. Famiglie private del loro affetto più caro. Un bollettino di guerra quello delle morti sul lavoro che non conosce sosta. Occorrono interventi concreti, per far si che questa mattanza quotidiana si riduca drasticamente.

 

Come ha meritoriamente ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno: «Non possono bastare le parole di sdegno, occorre agire con responsabilità e severità».

Purtroppo, ad ogni tragedia sul lavoro si ripete il solito refrain con frasi di circostanza con «lacrime di coccodrillo» e condoglianze. Ma non cambia mai nulla. Rimangono però intere famiglie distrutte dal dolore che per avere giustizia sono costrette a sopportare udienze infinite, che spesso non portano a condanne o a condanne troppo lievi, o peggio ad archiviazioni o ad assoluzioni.

 

Figli, figlie, che rimangono senza una madre o un padre.

O genitori, che rimangono senza un figlio o una figlia.

 

L’articolo 41 della Costituzione Italiana recita: «L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana».

Dovremmo essere tutti profondamente indignati. Un Paese civile non può permettersi tutte queste morti sul lavoro! C’è sempre un’emergenza da mettere prima della salute e della sicurezza sul lavoro quando, in realtà, la salute e sicurezza sul lavoro dovrebbero essere inserite al primo posto nell’agenda di qualsiasi partito politico. I controlli arrivano sempre, o quasi, a tragedia avvenuta. Manca il personale ispettivo. Si dice… 

 

Cosa stiamo aspettando?