Cop 29 non copra i crimini dell’Azerbaijan in Armenia

L’appello degli organismi ecumenici mentre è in corso a Baku la Conferenza Onu sul clima

Per fortuna rimangono gli organismi di chiese e parte delle organizzazioni della società civile a dire che pecunia molto spesso olet e a ricordare al mondo distratto da una pluralità di drammatici conflitti che la Cop 29,a Conferenza Onu sul clima, è in corso in una nazione, l’Azerbaijan, che nella regione armena del Nagorno-Karabakh sta mettendo in atto azioni violentissime ai danni della popolazione civile.

 

L’ Alleanza evangelica mondiale, in collaborazione con il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Christian Solidarity International e una coalizione di organizzazioni globali, ha rilasciato una dichiarazione congiunta che sollecita l’attenzione internazionale sulle azioni dell’Azerbaijan nel Nagorno-Karabakh mentre è in corso la COP29 a Baku. La dichiarazione esprime preoccupazione per l’uso da parte dell’Azerbaijan della COP29 come distrazione dalle presunte violazioni dei diritti umani e dalla pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh, in seguito allo sfollamento forzato della sua popolazione cristiana di etnia armena.

 

L’impegno dell’Azerbaijan affinché la COP29 sia una «COP di pace» contrasta nettamente con le recenti azioni che hanno portato all’esodo di 120.000 armeni dal Nagorno-Karabakh. Da dicembre 2022, l’Azerbaijan ha imposto un blocco al corridoio di Lachin, l’unico passaggio che collega l’Armenia al Nagorno-Karabakh, causando una grossa crisi umanitaria nella regione. La situazione è ulteriormente peggiorata con l’operazione militare dell’Azerbaijan nel settembre 2023, con conseguenti sfollamenti diffusi.

La dichiarazione della coalizione evidenzia gravi violazioni dei diritti umani, tra cui la distruzione di siti culturali e religiosi armeni e la detenzione di 23 armeni, tra cui civili, soldati e leader politici, catturati durante la recente campagna militare dell’Azerbaijan. «Lo spopolamento sistematico del Nagorno-Karabakh da parte dell’Azerbaijan è stato definito da numerose autorità come pulizia etnica», sottolinea la dichiarazione, citando prove di importanti indagini sui diritti umani.

 

I firmatari della dichiarazione congiunta invitano l’Azerbaijan a dimostrare il proprio impegno per la pace rilasciando immediatamente tutti gli ostaggi armeni e i prigionieri politici. Esortano inoltre l’Azerbaijan a consentire il ritorno sicuro della popolazione di etnia armena sfollata nel Nagorno-Karabakh e incoraggiano gli stati partecipanti alla COP29 ad affrontare queste urgenti questioni direttamente con l’Azerbaijan.

Photo: WCC