Umberto Stagnaro tra grafica e suggestioni letterarie
Una mostra a Finalborgo in occasione dei 60 anni di attività dell’artista
È in corso nelle ampie sale del Complesso monumentale di S. Caterina in Finalborgo (SV) la mostra che l’Assessorato alla Cultura di Finale Ligure ha dedicato a Umberto Stagnaro in occasione dei suoi 60 anni di attività artistica. Le letture, il passato da illustratore e il lavoro di grafico editoriale lo hanno avvicinato ben presto alla letteratura: in particolare la lettura di quel biblico archetipo che è il Moby Dick di H. Melville (1851) lo ha portato ad approfondire l’ambito statunitense soffermandosi su quel mitico quinquennio (1850-1855) che ha visto all’opera i maggiori letterati ottocenteschi: Emily Dickinson con le sue salmodianti liriche-diario, le utopie di Henry David Thoreau sul lago di Walden e la vitalità di Walt Whitman in quel fiume in piena che sono le sue Foglie d’erba. Allontanandosi dalla metà dell’Ottocento, ulteriore fonte d’ispirazione sono stati anche il Paradiso perduto di Milton (scomparso l’8 novembre di 350 anni fa), i Salmi o più recentemente l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master (1914-15), oggetto di approfondimento per intere generazioni di studiosi.
In circa 300 opere quasi tutte di medio o piccolo formato la narrazione per simboli di Stagnaro ci trascina dalle coste di Nantucket e dalla caccia alla balena fino alle foreste del Maine, attraverso la wilderness (lo spazio selvaggio tipico della narrativa del New England, che può anche essere inteso come lontananza da Dio) evocata dai racconti dettagliati e minuziosi di Thoreau. In queste opere la balena, che trasfigura nella falena sulla scia del pensiero delicato e forte della Dickinson, appare come il simbolo della trasmigrazione della vita tra le sfere della terribile enormità della natura e della leggerezza dell’idea.
Attivando una concatenazione di rimandi letterari, sensazioni, emozioni, Stagnaro fonda i suoi principi sulla semplicità delle cose, un sasso, una corteccia, una foglia, un ciuffo d’erba e sull’utilizzo di pochi colori le cui strutture giocano sui toni dei bruni, delle ocre bruciate, del bianco, del nero e della gamma dei grigi. Anche se è presente una forte componente geometrico-organizzativa è lo strappo della carta, il più delle volte a controllare l’andatura della composizione sulla pagina, sul fondo sbiadito o quadrettato.
Terminato nel 1997 il periodo dei fumetti storici di argomento protestante (Lutero, Calvino, Bonhoeffer, Pradeltorno) Stagnaro ha iniziato a riservare nelle sue esposizioni circa un terzo delle opere a storie o personaggi della Riforma. Le due opere di maggior formato della mostra sono dedicate al Lutero della Dieta di Worms e alla valdese Giovanna Mathurin, bruciata sul rogo insieme al marito nel 1560 a Carignano.
A queste si aggiungono i frottage delle lapidi dei cimiteri valdesi della val Pellice, con labili parvenze di nomi in cui si ravviva il concatenarsi delle generazioni: un piccolo universo che brulica di storie solenni e minime, dove si sente la mano del pittore ma anche del grafico e dell’artigiano.