Chiesa protestante del Belgio su Gaza: «La convivenza pacifica è possibile solo se si basa sulla giustizia e sull’equità»

Lettera ai membri di chiesa per chiedere preghiere e auspicare lungimiranza dei leader politici

 

Il Consiglio sinodale della Chiesa protestante unita del Belgio ha diramato un comunicato relativo alla tragica situazione a Gaza e in Medio Oriente. Ecco il testo:

 

«Dopo il sanguinoso attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre, il Consiglio sinodale aveva rilasciato una dichiarazione in cui chiedeva il rilascio degli ostaggi e negoziati immediati tra le parti direttamente coinvolte.

 

Purtroppo è chiaro che da allora la violenza non ha fatto altro che aumentare e non tutti gli ostaggi sono stati ancora rilasciati. Ogni giorno vediamo immagini terribili della guerra a Gaza, durante la quale migliaia di civili sono stati uccisi. Questo conflitto ha portato anche ad una grave carenza di cibo e medicine. La spirale di violenza e odio che è iniziata avrà un impatto devastante sulle generazioni a venire, qualunque sia l’esito a breve termine del conflitto.

 

Nel frattempo, giungono anche notizie sul deterioramento della situazione in Cisgiordania, dove i palestinesi sono vittime della violenza dei “coloni” e dove la continua espansione degli insediamenti illegali sta portando all’annessione di fatto dei territori palestinesi da parte di Israele. Di conseguenza, la soluzione a due Stati con uno Stato palestinese vitale sta sempre più scomparendo dalla vista.

Gli effetti di questa terribile violenza non si limitano al popolo palestinese e israeliano. L’antisemitismo è in aumento in molte parti del mondo, e anche nel nostro Paese gli ebrei trovano sempre più difficile esprimersi apertamente in nome della loro fede.

 

Il Consiglio sinodale è consapevole che la situazione in Palestina e Israele suscita opinioni divergenti all’interno della nostra Chiesa. Siamo tuttavia d’accordo sul fatto che la nostra fede cristiana ha profonde radici nell’ebraismo, che la Chiesa vuole mantenere il dialogo con l’ebraismo e che rifiutiamo fermamente qualsiasi forma di antisemitismo.

 

Naturalmente ciò non significa che non si possa criticare la politica dello Stato di Israele. Riconosciamo il diritto dello Stato di Israele ad esistere, ascoltiamo le voci dei suoi abitanti che chiedono di vivere in libertà e sicurezza e condanniamo gli attacchi e le aggressioni contro il suo popolo. Allo stesso modo, sentiamo le voci dei cristiani palestinesi quando mettono in luce l’ingiustizia perpetrata ai danni dei palestinesi. Per evidenziare la nostra solidarietà con loro, il Consiglio sinodale ha inviato una lettera pastorale alle Chiese e alle organizzazioni affiliate in Palestina e Gerusalemme durante il periodo prima di Pasqua.

 

È illusorio pensare che la pace e la sicurezza possano essere imposte con la forza brutale. La convivenza pacifica è possibile solo se si basa sulla giustizia e sull’equità.

 

Questo è il motivo per cui il Consiglio sinodale vi chiede di continuare a includere il popolo di Palestina e di Israele nelle vostre intercessioni, nonostante la situazione apparentemente disperata in questi paesi. Preghiamo affinché i leader saggi si sollevino per realizzare un cessate il fuoco e porre fine alle sofferenze insopportabili. Leader saggi la cui immaginazione è abbastanza grande da indicare le vie della riconciliazione basata sulla giustizia, Shalom e Salam».