La brutalità del caporalato

191 morti sul lavoro da inizio anno e lunedì il dramma del lavoratore abbandonato con un arto tranciato da un macchinario

 

Gravissimo l’incidente sul lavoro che lunedì pomeriggio (in una azienda agricola in provincia di Latina, nei pressi di Borgo Santa Maria), ha coinvolto un lavoratore di nazionalità indiana addetto al taglio del fieno che ha perso un braccio, staccato dal macchinario e ha riportato altre gravi fratture: «All’orrore dell’incidente si è aggiunto il fatto che invece di essere soccorso dai datori di lavoro l’uomo sia stato scaricato come un sacco di rifiuti in prossimità della sua abitazione», recita la denuncia del grave episodio diramata dalla Flai Cgil che, con la Segretaria Generale di Frosinone Latina, è immediatamente accorsa sul posto per vedere cosa fosse successo e capire come aiutare le persone coinvolte; il lavoratore è stato trasportato in eliambulanza a Roma.

 

«Sono stata contattata da un lavoratore che mi ha inviato la foto di un arto staccato – racconta Hardeep Kaur, Segretaria Generale Flai Cgil Frosinone Latina –, spiegandomi che si trattava di un incidente avvenuto a un compagno di lavoro, e che in condizioni disperate era stato scaricato in strada da un pulmino a nove posti. Non era un film dell’orrore, era purtroppo tutto vero! Qui non siamo solo di fronte a un grave incidente sul lavoro, cosa già di per sé allarmante ed evitabile, qui siamo davanti alla barbarie dello sfruttamento, che calpesta le vite delle persone, la dignità, la salute e ogni regola di civiltà. Questi campi, queste strade, questi Borghi e contrade li presidieremo ogni giorno e per le prossime settimane saremo in tantissimi, perché non si può lavorare in queste condizioni».

 

Nei primi tre mesi di quest’anno si contano nel triste elenco delle denunce all’Inail 191 vittime (-2,6%), in base agli ultimi dati dell’Istituto, che non tengono ancora conto delle altre vittime. Non numeri, ma persone. Morte nei cantieri, nelle fabbriche, negli impianti, lungo la strada.

 

«Senza alcuna pietà, senza alcun rispetto della dignità umana oggi a Latina la piaga del caporalato ha mostrato il suo volto più feroce e disumano. – ha commentato l’ex sindaco di Latina, Damiano Coletta –. Un bracciante indiano dopo un incidente nei campi che gli è costata l’amputazione del braccio, è stato abbandonato nei pressi di Borgo Santa Maria dal suo ‘datore di lavoro’ o meglio dal suo sfruttatore. Eppure, proprio sulla cura e la solidarietà è nata la civiltà e chi è capace di un simile scempio non è degno nemmeno di essere annoverato fra gli uomini. Da anni le nostre campagne sono impestate da imprenditori criminali che prosperano sullo sfruttamento dei più poveri e più indifesi. Spero che quell’uomo si salvi, spero che venga scortato dall’intera comunità di Latina in Tribunale per ottenere giustizia».

 

Il Comune di Latina ha appena varato un regolamento che esclude la costituzione di parte civile nei processi di caporalato, salvo valutazione dei singoli casi.

 

 

Immagine, disegno di Francesco Piobbichi