Quali sono i pensieri del nostro cuore?

Un giorno una parola – commento a Luca 5, 22

 

Ascolta la meditazione:

 

Chi può dire: «Ho purificato il mio cuore, sono puro dal mio peccato?»

Proverbi 20, 9

 

Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse loro: «Che cosa pensate nei vostri cuori?»

Luca 5, 22

 

Le parole di Gesù “che cosa pensate nei vostri cuori?” non promettono niente di buono. Con precisione chirurgica tagliano gli strati di pelle e di tessuti muscolari per mettere a nudo ciò che è veramente dentro il nostro cuore. Sì, perché siamo esperti dissimulatori, diciamo una cosa ma ne pensiamo un’altra. Siamo in grado di travestire le nostre paure più profonde e i nostri interessi più marcati persino da discorso teologico. Ci innalziamo come paladini della patria e del divino mentre in realtà non difendiamo altro che noi stessi.

 

Le parole di Gesù sono rivolte ai Farisei e ai dottori della legge che, preoccupati del successo che Gesù stava riscuotendo, erano venuti “da tutte le borgate della Galilea, della Giudea e di Gerusalemme” per vedere con i propri occhi cosa stava succedendo. Avevano già avuto un brutto presentimento nei suoi confronti da quando Gesù, dopo l’episodio nella sinagoga, era stato cacciato da Nazaret. 

Eccoli qua, allora. Mentre altri pur di arrivare a Gesù fanno di tutto – togliendo le tegole dal tetto, issando giù un uomo in barella –, loro usano le parole per restarsene distaccati. Invece di tradurre in azione la loro fede, usano le parole per dissimulare il pensiero dei loro cuori. Travestono il loro astio nei confronti di Gesù in difesa dell’ortodossia! Ma è più facile dare voce ai nostri assiomi teologici o tradurli in azioni concrete a favore di chi ne ha bisogno? 

 

La domanda di Gesù: “Che cosa è più facile dire: ‘I tuoi peccati ti sono perdonati’, oppure ‘alzati e cammina’?” può arrivare come un macigno su un cuore (o una chiesa), già messi a nudo. Ma può arrivare anche come balsamo in quanto l’uomo paralizzato si alza, prende il suo giaciglio e se ne va a casa glorificando Dio. Un Gesù che cuce insieme cuori, parole e azioni in modo così perfetto non può che destare stupore e incutere spavento. E la sua domanda “che cosa pensate nei vostri cuori?” continua ad interrogarci. Amen.