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L’Iglesia valdense nella task force contro gli incendi in Sud America

A fine gennaio, nella città di Paysandú in Uruguay, il Tavolo di Dialogo convocato da produttori rurali, apicoltori e organizzazioni sociali si è riunito con le autorità nazionali e locali, l’Università, i rappresentanti delle imprese forestali e altri enti, per valutare e concordare le misure in seguito agli incendi avvenuti in una vasta regione dei dipartimenti di Río Negro e Paysandú.

Hanno partecipato i rappresentanti dei Ministeri dell’Ambiente e degli Alloggi e della Gestione del Territorio, il Comune di Paysandú, il Sindaco di Piedras Coloradas, l’Università della Repubblica, la Chiesa Cattolica, il Ministero dell’Allevamento, dell’Agricoltura e della Pesca, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, la Chiesa Valdese del Río de la Plata, la Società dei Produttori Forestali e le imprese Montes del Plata, UPM e Caja Bancaria.

Qualche giorno prima, la Mesa valdense, l’organo esecutivo della Chiesa valdese in Sud America, aveva pubblicato una lettera aperta che esprimeva la necessità fondamentale che questo Tavolo di Dialogo diventasse una realtà.

Storicamente, la Chiesa Valdese è legata alla terra, con una storia di più di cento anni di colonie agricole in varie parti del paese. Questa volta il fuoco ha raggiunto i confini della colonia di Arroyo Negro, colonia che ebbe origine nel 1926, dalla divisione di un ranch venduto in lotti a giovani coloni valdesi della zona della Colonia Valdense.

In questo contesto, l’insegnante e biologo Darío Dalmás è stato scelto dalle autorità della Chiesa Valdese di Paysandú e della Mesa Valdense come rappresentante in questo Tavolo di Dialogo. In un’intervista ha dichiarato che «Il Tavolo del Dialogo è stato appena istituito; i diversi attori hanno presentato la loro visione del problema. Abbiamo condiviso la nostra preoccupazione per la cura dell’ambiente, la biodiversità e la sicurezza a medio e lungo termine per quanto riguarda gli incendi.

Da parte mia, ho parlato della conservazione della biodiversità. La biodiversità è una caratteristica delle molteplici forme di adattamento e integrazione della specie umana negli ecosistemi della Terra, e non una risorsa. È il risultato di processi e modelli ecologici ed evolutivi irripetibili, compresa l’evoluzione umana, e quindi è considerato parte dei processi storici.

Le perdite in termini di biodiversità sono per il momento incommensurabili nelle condizioni attuali. Ciò che è successo avrà effetti sulla produzione di bestiame, così come sull’apicoltura a causa della perdita della flora impollinatrice».

Uno dei grandi problemi percepiti è legato alla massiccia presenza di aziende, per lo più straniere, che controllano il patrimonio forestale: «Le imprese forestali erano già conosciute nei pressi della colonia di Arroyo Negro, ma fu all’inizio degli anni ’90 che il boom forestale ebbe un impatto su di essa, stimolato dalla bassa redditività, dalla divisione dei campi e dalla diversificazione produttiva. La relazione dei coloni che sono rimasti a vivere e/o produrre nella colonia con le imprese forestali è stata strettamente economica, dato che diversi coloni fanno pascolare il loro bestiame nei terreni, una volta che gli alberi raggiungono una certa dimensione. Dato che alcune delle aziende sono di proprietà straniera, con facce poco visibili e senza altri tipi di investimenti nella zona, la loro integrazione nella comunità è stata praticamente nulla. Questa mancanza di comunicazione e di impegno con la comunità locale è stata chiaramente evidente nel recente incendio. Oltre alla mancanza di prevenzione e di investimenti nella sicurezza, di fronte all’avanzata del fuoco sui villaggi, il controllo sulla colonia è stato praticamente lasciato agli abitanti con un appoggio dei vigili del fuoco di fronte ai focolai che si sono verificati.

Crediamo che la produzione sostenibile nel nostro paese debba mirare alla conservazione delle praterie naturali. A tal fine, il mantenimento di corridoi naturali, con pascoli di buona qualità, e non limitati esclusivamente alle aree improduttive per il rimboschimento, può aiutare anche come barriera tagliafuoco in caso di incendi. Il problema è che i regolamenti non vengono rispettati».

L’integrità del creato, la sua biodiversità, il suo delicato equilibrio è seriamente danneggiato, ed è ora di prendere coscienza affinché ci sia un futuro per le generazioni a venire.