La Buona novella. Radio Mogadiscio
La rubrica della redazione dedicata alle buone notizie
«Grida la tempesta
Qui nella mia testa
Non puoi arrenderti
Non puoi dire, “Basta”»
«Hai sentito l’ultima canzone dei Subsonica? C’è qualcosa che non mi torna, in senso positivo ovviamente!». «Sì, a me piace molto, ha un qualcosa che ti “prende”». Lunedì scorso in ufficio il dialogo è stato più o meno questo. E allora… volume un po’ più alto del solito e Radio Mogadiscio che suona dagli altoparlanti dei computer. La band torinese esce con il nuovo singolo e con il videoclip girato fra il viaggio musicale a Essaouira e Pinerolo (!) con scene girate nell’esotico ex ristorante Macumba.
Protagonista del testo è il colonnello somalo Abshir Hashi Alì, che durante i vari conflitti che hanno insanguinato la Somalia ha deciso di salvaguardare il vasto archivio di Radio Mogadiscio, che comprende oltre 200.000 nastri con sopra incisa la storia culturale del paese africano: musica, poesie, discorsi politici…
La scelta di Abshir è stata dettata dall’amore verso il suo paese, l’ha fatto volontariamente, senza essere retribuito. Ad accorgersi di questo importante lavoro sono state anche le Nazioni Unite, che attraverso un progetto stanno cercando di sostenere la digitalizzazione dell’immane archivio che procede a rilento e con strumentazioni non adatte alla mole di lavoro.
Radio Mogadiscio è stata fondata nel 1951 quando lo stato era amministrato dalle Nazioni Unite e l’Italia recitava ancora un ruolo da protagonista nell’ormai ex-colonia. Le prime trasmissioni furono in italiano, seguite subito dopo da quelle in somalo. Poi le guerre, le distruzioni. E quei nastri che resistono grazie ad Abshir sono una delle poche tracce della storia della Somalia che ancora rimane alle generazioni future. Non ci resta che ringraziare i Subsonica per questa canzone e ogni tanto sintonizzarci su Radio Mogadiscio, perché sì, dal 2022 è tornata a trasmettere alcune rubriche in italiano.