Successo per il docufilm sulla Stampa Clandestina
Il lavoro, con regia di Anna Giampiccoli, interpretato da studenti del Liceo Valdese
Alla fine si è resa necessaria un’altra proiezione (sarà il 29 ottobre sempre alla Galleria Scroppo di Torre Pellice). Stampa clandestina, il docu-film realizzato dal Gruppo Cinema e teatro del Liceo valdese con la regia di Anna Giampiccoli, ha visto le prenotazioni esaurite in pochi giorni e la sala era completa.
A differenza di altri lavori, il progetto è frutto di una collaborazione più ampia, che ha visto coinvolti il Comune di Torre Pellice e la sezione Anpi; e il docu-film è collegato alla mostra inaugurata da alcuni giorni nello stesso locale, che ha in esposizione esempi di giornali redatti durante la Resistenza, ma anche alcuni degli strumenti meno ingombranti con cui vennero stampati: un “tirabozze” da tavolo, per esempio, che si può vedere azionato da uno dei giovani interpreti. In virtù di queste collaborazioni, la proiezione è stata preceduta dai saluti della sindaca Maurizia Allisio e dell’Anpi Valpellice (Patrizia Barotto).
A differenza di altre realizzazioni, ha spiegato il prof. Marco Fraschia, dedicate a figure particolari della Resistenza nelle valli valdesi (Lombardini, Jervis, Giovanna Pons), questa è un’opera “corale”, in quanto l’operazione “stampa clandestina” coinvolse chi ideava e scriveva giornali, “fogli”, proclami e chi li stampava (e stampava anche falsi lasciapassare); ma poi c’era chi questo materiale lo portava in giro, le ragazze che facevano da staffette.
Per loro, e per alcuni altri, il film ha inglobato alcune sequenze di interviste filmate precedenti, da Giulio Giordano al tipografo Sergio Giacon, alle staffette Bellion, Bianciotto e altre ancora. Sulle loro “missioni”, condotte a piedi e in bicicletta lungo le strade di campagna e montagna si basano molti degli esterni girati con i giovani e le giovani interpreti del Liceo. Oggetti veri (in parte visti funzionare da generazioni di redattori dell’Eco delle valli valdesi – La luce) e luogo vero la tipografia stessa – ha ricordato la regista –, ora atelier dell’artista Massimo Tosco che ne ha mantenuto le fattezze strutturali. Giampiccoli ha poi raccontato alcuni momenti delle riprese, e ha sottolineato il coinvolgimento di ragazzi e ragazze. Spicca la vicenda di Enzo Jouve, allora giovane tipografo e poi “colonna” dell’impresa per decenni, che, interpellato dal titolare Pier Luigi Pagliai, accettò ancor prima dell’8 settembre 1943 di stampare fogli di informazione antifascisti. Nonostante le molte perquisizioni (una delle quali resa in un’ampia sequenza), i nazifascisti che avevano il comando proprio di fronte, non trovarono nulla. Ci volle una spia, nel febbraio 1945, per far prendere Jouve, che perse un occhio per le botte a Torino, prigioniero per due mesi. Ma l’opera sua e degli altri, il coraggio delle staffette avevano portato i loro frutti.
Emozionante l’inquadratura finale di Giulio Giordano abbracciato dal presidente Mattarella nel corso della vista del settembre 2023.