Il coraggio che Dio ci può dare
Pubblicata in italiano una raccolta di scritti della vescova episcopaliana Mariann Edgar Budde
Il 21 gennaio scorso il mondo è venuto a conoscenza della vescova episcopaliana di Washington, Mariann Edgar Budde, perché per pochi minuti è riuscita a rubare la scena a Donald Trump in una giornata organizzata tutta per lui. Era il giorno dell’insediamento del presidente eletto nel novembre precedente ed è noto quanto tradizionalmente la circostanza sia simile a una cerimonia di incoronazione, seppur repubblicana. Allo stesso tempo, in questi mesi abbiamo conosciuto ancora di più il carattere, anzi la “necessità fisica” del presidente Trump di essere protagonista assoluto in qualsiasi situazione.
Nel suo sermone durante quell’occasione solenne, dunque, la vescova Budde ha ricordato al mondo intero che, per quanto possiamo essere protagonisti, al centro della scena c’è solo la potente e umile Parola di Dio. «Mi permetta un ultimo appello, signor presidente – aveva detto la vescova – Milioni di persone hanno riposto la loro fiducia in lei… Lei ha sentito la mano provvidenziale di Dio amorevole. In nome del nostro Dio, le chiedo di avere misericordia delle persone del nostro Paese che ora hanno paura». Una parola potente, una parola umile.
Purtroppo, nel tritacarne in salsa social dei nostri tempi, senza chiederle il permesso, la vescova è stata arruolata tra gli oppositori del presidente, sia dai fanatici supporter del “MAGA” sia dai più civili cittadini preoccupati per quel che Trump dice, fa e rappresenta. Così finisce la Parola predicata nelle mani degli esseri umani: reificata e incasellata, depotenziata e ridimensionata. Nessuno, ma proprio nessuno, in particolare nel nostro paese, in quei giorni si è domandato: ma chi è questa Budde? Da dove viene? Che cosa significa che sia vescova, lei, una donna? Quale tradizione religiosa rappresenta? Che pensiero filosofico e politico c’è dietro quel sermone? La teologia, poi, figurarsi se interessa a qualcuno… Provvidenziale per questo, ma fino a un certo punto (e tra poco vedremo insieme perché) la pubblicazione in italiano di un suo libro del 2023 How We Learn To Be Brave, corredato dal testo originale del sermone del 21 gennaio*.
Il genere in cui si inserisce il libro è tipico della galassia anglicana: una sorta di motivational (cioè, ce l’ho fatta io e puoi farcela anche tu) strettamente collegato alla spiritualità cristiana. Che cosa significa, infatti, “farcela”? Per un cristiano, sin dal Medioevo, significa riuscire a essere come Gesù. Di tutte le caratteristiche del Cristo, Budde mette l’accento su quella più negletta: sì, Gesù amava, era compassionevole, era radicale, era “vero uomo e vero Dio”, ma spesso ci si dimentica che era anche coraggioso. Proprio perché per noi italiani, influenzati dal prete inetto dei Promessi sposi, abbiamo forse introiettato che «il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare», è bene che questo libro sia stato pubblicato in italiano, perché per Budde il coraggio è un percorso che implica il partire, il restare, l’iniziare, l’accettare la realtà, il tempo in cui è richiesto agire, il tempo della delusione e della perseveranza.
Eppure, dato che il libro è pubblicato da una casa editrice generalista per il grande pubblico, la domanda che mi pongo è: una volta capito che non è un pamphlet contro Trump né il libro di una pasionaria, ma una riflessione teologica che fa dialogare vita e Scrittura, storia e dottrina, riflessione aliena in Italia, chi lo leggerà fino alla fine? D’altro canto, proprio arrivando alla fine del libro, l’autrice invita a non perdere la speranza: «Come persona di fede, ho fiducia che Dio sia all’opera nelle realtà più difficili della nostra vita e che, in virtù della grazia e con spirito di accettazione, possiamo unirci a Lui nella sacra opera di trasformazione del mondo». Il libro di Mariann Edgar Budde merita di unirsi ad altri contributi di persone che nel momento giusto hanno tratto forza e coraggio dalla Parola di Dio.
* M. E. Budde, Come impariamo a essere coraggiosi, trad. di Elisabetta Severoni. Milano, Baldini+Castoldi, 2025, pp. 265, euro 20,00.