Le nostre “uscite” dalle angustie della vita

Un giorno una parola – commento a Genesi 46, 3-4

 

Dio disse: «Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché là ti farò diventare una grande nazione. Io scenderò con te in Egitto, te ne farò anche sicuramente risalire e Giuseppe ti chiuderà gli occhi»

Genesi 46, 3-4

 

Pietro disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato le nostre cose e ti abbiamo seguito». Ed egli disse loro: «Vi dico in verità che non c’è nessuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figli per amor del regno di Dio, il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo, e nell’età futura la vita eterna»

Luca 18, 28-30

Care lettrici, cari lettori, per alcuni di noi i punti cardinali sono una componente fondamentale della propria esperienza di vita. Già da ragazzo, andare “su a Milano” – non da chissà dove ma da Pavia – anche per una giornata o una serata, rappresentava un cambiamento di vedute quasi paradigmatico. Quando vivevo a Praga, invece, si trattava di “scendere” in Italia per le vacanze e ritrovare la mia famiglia, un momento ugualmente accompagnato da desiderio e appagamento.

Ora a Napoli mi ritrovo in una situazione per certi versi analoga, anche se nel mio stesso Paese, ma di segno opposto: ogni tanto, infatti, “salgo” dai miei a Pavia nella mia terra.

 

Per gli Ebrei due erano le direzioni principali legate al proprio destino: un nord di potenze militari ostili e un sud rappresentato dalla fertile benedizione del Nilo, che più di una volta ha garantito la vita in tempi di siccità e carestia. Anche qui, certamente, la storia ha mostrato esservi, oltre a benedizioni, terribili minacce. L’Egitto, il paese dei prodigi architettonici, della scienza e della macchina politico-militare, era anche la terra di un pervasivo culto dei morti, e infine, come rivela il nome stesso ebraico “Mizraìm” che significa l’Egitto, la “Terra della doppia prigione”.

 

Ma il Dio “di Abramo, Isacco e Giacobbe”, il dio dei viventi, rassicura Giacobbe-Israele che non deve temere di scendere in Egitto per ritrovare il suo amato figlio Giuseppe. La promessa fatta ad Abramo è ben salda; non solo, il Signore stesso accompagnerà Giacobbe laggiù, scenderà con lui. E gli promette che anche lo farà risalire, seppur, come sappiamo, per essere infine solo sepolto nella propria terra.

L’esodo di tutto il popolo è preannunciato in questa struggente vicenda famigliare. Così come tutte le nostre “uscite” dalle angustie della nostra vita, si ripetono grazie al miracolo del Dio vivente che scende con noi nel regno dei morti per farci risalire. Amen.